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Parigi 2024, il Papa osa criticare la cena blasfema? La stampa progressista lo censura

Papa Francesco

Corrado Ocone
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Ve lo ricordate Eugenio Scalfari con le sue visite rubate a Papa Francesco e con gli editoriali che esaltavano il pontefice come campione di laicità e progressismo? E che dire del settimanale Time che, a pochi mesi dalla sua ascesa al trono di Pietro, già lo elevava a «uomo dell’anno»? Come d’incanto, sulla stampa anglosassone, in un fazzoletto di mesi, il Vaticano da covo di pedofili diventava la punta di diamante della trionfale lotta per un mondo «equo, inclusivo e sostenibile». Ovviamente, anche Fabio Fazio, qui da noi, si era subito attivato per avere Bergoglio nella sua trasmissione, che come è noto è una riconosciuta agenzia di certificazione di correttezza progressista.

Bene, Francesco è sempre lì, attivo e in piena forma nonostante qualche acciacco fisico dovuto all’età, preciso e sferzante nel dire come al solito, ma, a poco più di dieci annidi distanza dalla sua elezione, la stampa progressista sembra essersi dimenticata di lui: non fa più notizia! Anzi, le sue dichiarazioni e le sue prese di posizione, anche quando entrano a gamba tesa nel dibattito attuale, sono ignorate, offuscate, rimosse, cancellate. Imbarazzati, i nostri cari compagni usano per adesso questa strategia, anche se è da immaginare che ben presto passeranno agli attacchi e alle scomuniche dirette. L’ultimo esempio è fresco fresco: con una nota secca e solenne, l’altro giorno, il Papa ha detto la sua sul caso della trashissima messa in scena anticattolica che ha segnato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi. Bergoglio ha fatto sapere che «la Santa Sede non può che unirsi alle voci che si sono levate in questi giorni per deplorare l’offesa recata a tanti cristiani e credenti di altre religioni».

 

 

 

L’IDEOLOGIA DISVELATA

Compresi, direi, i musulmani, che godono di uno strano rispetto da parte dei progressisti, i quali però nella loro ignoranza non sanno probabilmente che Gesù di Nazareth è considerato anche da loro un profeta e un messaggero di Dio. Una staffilata che lascia il segno e mette, fra l’altro, ko quel Macron che ha osato mettere alla berlina, in una giornata che doveva accomunare, il sentimento diffuso di una metà almeno dei suoi connazionali.

La nota vaticana ha poi anche il pregio di mettere in rilievo i corticircuiti mentali che la cultura woke genera: parlando di «allusioni che ridicolizzano le convinzioni religiose di molte persone», il Papa mostra a tutti come quell’ideologia, nata a dire dei suoi adepti per rispettare le minoranze e combattere le discriminazioni, finisce per offendere e discriminare a man bassa; nata per includere, finisce per escludere; nate per tutelare ed esaltare le diversità, finisce per tutelarne alcune a discapito di altre. Che è un po’ quello che succedeva nella orwelliana fattoria degli animali, ove tutti i maiali erano uguali ma qualcuno era più uguale degli altri. Un dispositivo di potere che proprio il cristianesimo scalfì più di duemila anni fa affermando l’uguale dignità di ogni essere umano.

Il fatto stesso che il Papa sia intervenuto con una nota ufficiale, e ad una settimana di distanza dai fatti, dà una forza e solennità senza pari al pronunciamento. Il quale però, a parte Libero e qualche altra piccola eccezione, è stato praticamente ignorato da giornali, tv e siti, non solo italiani. È davvero impressionante questo occultamento, e basta fare un giro su Internet per verificarlo. Sulla Parigi queer troverete le dichiarazioni di “nani e ballerine”, ma non quella di Papa Francesco. A dimostrazione di quel vero e proprio monopolio interpretativo (illiberale come tutti i monopoli) conquistato in Occidente dal progressismo presso il cosiddetto “ceto riflessivo” (ma non, per fortuna, fra la gente semplice e di buon senso).

 

 

 

IL VERO POTERE

Il che, ancora una volta, conferma nella tesi che non nelle fake news, come vogliono farci credere, ma nella costruzione stessa della notizia (e nel suo occultamento o disoccultamento) sta oggi il vero potere. Conforta però il fatto che l’ideologia, per quanto pervasiva possa essere, prima o poi si scontra con la realtà, di cui praticamente non tiene conto. Né è interessata a ossevare o studiare, essendo invece tutta volta ad ingabbiarla nei propri schemi. La realtà di un Papa di sinistra, voglio dire, era probabilmente una “bufala” fin dall’inizio, guardando la Chiesa da sempre, al di là delle sensibilità specifiche dei diversi pontefici, all’eterno e non al transeunte, ai lunghi periodi storici e non alla quotidianità politica, alla morale e non agli interessi. Era lecito pensare che uno degli assi fondanti la nostra civiltà, cioè il cristianesimo, si alleasse con coloro che quella civiltà odiano e vorrebbero cancellare?

 

 

 

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