Roma, salvate la capitale da questa giunta inetta
Se un incendio può avere un senso, quello che ha carbonizzato la collina di Monte Mario è la metafora della «finaccia» che hanno fatto Roma e le sue istituzioni. È tutto lì, nel giro di trecento metri. A sinistra il palazzo dove i magistrati dispensano condanne e assoluzioni, affiancato dal parcheggio del tribunale. A destra via Teulada e la Rai, occhi e voce di milioni di italiani; in fondo alla strada, una stazione dei carabinieri. In alto l’Osservatorio Astronomico, col suo Museo Copernicano, ricorda che la città non è solo Chiesa e politica. Un miracolo dell’uomo, o la Madonnina del don Orione che veglia da poco lontano, lo ha salvato dalle fiamme: anche ieri un elicottero dei vigili del fuoco ha passato ore a sganciare bombe d’acqua sulle sterpaglie fumanti che lo circondano. In mezzo a tutto questo, la favela da cui, con ogni probabilità, è partito l’incendio. Proprio lì, al termine della via Triumphalis dei generali romani e della via Francigena che portava i pellegrini dai confini della cristianità sino ai Prati di San Pietro: sic transit gloria mundi. (...)
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