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Carabiniera suicidata, polizia a casa del giornalista del Corriere fiorentino

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Il caso del cronista perquisito sta continuando a creare polemiche nel mondo della stampa e dell'editoria italiana. Aveva scritto a maggio un articolo sul caso del suicidio di una allieva della scuola marescialli e ieri per questo motivo il cronista di nera del Corriere Fiorentino Simone Innocenti è stato perquisito su ordine del procuratore capo Filippo Spiezia.

L'articolo dal titolo "Le ultime ore della carabiniera suicida, tutte le testimonianze dell'inchiesta" era uscito in data 17 maggio. Il giornalista nel pezzo - come scrive e ricorda il Corriere della Sera - ripercorre le testimonianze raccolte dagli investigatori tra i compagni ei familiari della ragazza di 25enne suicida. In particolare, il collega è accusato di rivelazione del segreto d'ufficio in concorso con un pubblico ufficiale da identificar in quanto "rivelava — si legge nel decreto di perquisizione — non solo in forma riassuntiva, ma in un passaggio anche utilizzando le virgolette, notizie destinate a rimanere segrete, quali ad esempio il numero delle persone ascoltate dalle forze dell'ordine, il tenore delle dichiarazioni rese".  

 

 

 

Sono durate 8 ore le perquisizioni effettuate dalla polizia postale e dai carabinieri che, oltre ad aver eseguito il mandato nell'abitazione del giornalista, sono entrati anche nella sua postazione in redazione. Gli inquirenti hanno inoltre effettuato le copie forensi dei computer e del telefono cellulare . Il Cdr del Corriere della Sera non ci sta e "stigmatizza con forza la decisione della Procura di procedere con una perquisizione invasiva e l'atteggiamento intimidatorio delle forze dell'ordine, ricordando che il segreto delle fonti è un cardine inviolabile della professione giornalistica".

A intervenire è stato anche presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli , per cui è "inaccettabile che si perquisisca un giornalista. Il cronista ha svolto il suo mestiere riportando un fatto di interesse pubblico ottenuto da fonte verificata. Non si comprende quindi l' accusa di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio che non può certo riguardare il giornalista che esercita il diritto di cronaca e agisce in base alla tutela del segreto professionale sancito dalla legge italiana e dal diritto europeo".

Della stessa opinione anche il presidente toscano dell'Ordine dei giornalisti Giampaolo Marchini che si è detto "sconcertato". Le perquisizioni legate allo svolgimento della professione giornalistica" sono state recentemente condannate dalla Corte europea di Strasburgo che ha sancito il diritto alla tutela del segreto sulle fonti come condizione irrinunciabile a garanzia della libertà di stampa. Come di recente ha ricordato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ”. E la condanna "per l'irruzione nella sede del Corriere" arriva anche dalla Federazione nazionale della stampa e dall'Associazione stampa.

 

 

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