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Padova, sigilli al centro benessere "hard": come si sono fatti fuori da soli con un sms

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Su ordine della Procura, la squadra mobile di Padova ha sequestrato un centro benessere gestito da una cinese. La donna, che vantava già un precedente simile commesso anni fa nel Mezzogiorno, è stata arrestata in flagranza per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. In seguito è stata condotta in custodia cautelare nel carcere di Verona. 

Quando i poliziotti hanno perquisito i locali vi hanno trovato la titolare e altre due donne, di cui una di queste era "al lavoro" con un cliente. L'uomo ha ammesso di aver pagato 100 euro in contanti per un massaggio con il classico "Happy ending", ovvero la prestazione sessuale. Nella borsa della titolare cinese, cui sono stati sequestrati anche 7000 euro, sono stati trovati sia il denaro che il passaporto requisito alle ragazze, due telefoni cellulari, numerose confezioni di profilattici e un "frasari"’ cinese-italiano per agevolare le conversazioni e il patteggiamento delle prestazioni sessuali con i clienti che la contattavano vedendo gli annunci che postava sul web.

 

L'indagine sul centro massaggi cinese è partita da un curioso equivoco. Un cliente, infatti, aveva denunciato di aver ricevuto un messaggio minatorio su Whatsapp dove lo si obbligava a pagare una cifra importante. L'uomo, pensando che l'sms arrivasse proprio dalla tenutaria cinese, si è subito rivolto alle forze dell'ordine. In realtà, il messaggio era uno dei tanti casi di truffa chiamata "boss delle escort", un crimine informatico che in quel periodo arrivava a chi frequentando siti internet dedicati a incontri hot lasciava il proprio numero di telefono.

 

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