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Mostro di Firenze, svolta 40 anni dopo: scoperto un nuovo Dna sui proiettili di Nadine e Jean Michel

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Un nuovo, clamoroso colpo di scena nella saga giudiziaria del Mostro di Firenze. Un Dna sconosciuto è stato ritrovato su uno dei proiettili usati nell’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime del misterioso serial killer che ha imperversato in Toscana tra anni Sessanta e Ottanta.

La scoperta, che potrebbe riaprire la caccia al killer delle coppiette, è riportata da Repubblica, secondo cui si tratta di un Dna che ricorre anche sui proiettili di altri due delitti. La ricerca, svolta per conto dell'avvocato Vieri Adriani, che assiste i familiari delle vittime francesi, è stata condotta da Lorenzo Iovino, ematologo italiano che lavora negli Usa. Iovino, scrive il quotidiano, "ha scorporato in modo integrale quella sequenza, scoprendo anche una parziale sovrapposizione con quelle individuate su altri due proiettili rinvenuti in occasione dei duplici omicidi di Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch (9 settembre 1983) e di Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984). La firma del Mostro, almeno in ipotesi. Rimasta impressa al momento di ricaricare l'arma".

 

 

 

Sulla scia del nuovo elemento, l'avvocato Adriani chiede ora che vengano fatte "tutte le comparazioni possibili con i reperti a disposizione e con il profilo delle persone che sono state indagate nel corso del tempo". Inoltre "se ci daranno l'autorizzazione i parenti - annuncia - chiederemo alla procura la riesumazione del corpo di Stefania Pettini (uccisa il 14 settembre 1974, ndr). Sappiamo dalla consulenza del medico legale che potrebbe aver lottato con l’assassino, non è impossibile pensare che dei campioni biologici siano rimasti per esempio sotto le unghie". 

 

 

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