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Il professore fascista del Tuscolano "un ex dirigente del Pd abruzzese e convinto antifascista"

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Il professore dei saluti romani all'Istituto Pirelli al Tuscolano di Roma? Un ex dirigente del Pd. Colpo di scena nella vicenda che ha giustamente indignato l'Italia, a partire dai social d'area "antifascista" e dai quotidiani progressisti, Repubblica in testa.

Nella giornata di giovedì sono iniziati a circolare video e foto sconvolgenti dell'insegnante in aula: atti sessuali mimati con uno studente chinato sulla scrivania, battute omofobe e razziste agli alunni in classe, pure uno scatto di gruppo con alcuni ragazzini, tutti con il braccio testo, il tipico saluto fascista. Reazioni sconcertate anche da parte della politica, con tanti che puntavano il dito sul sentimento di impunità che favorisce certi atteggiamenti e più in generale la condanna della ben nota "onda nera", con tanto di paragoni al caso di CasaPound a Torino, dove alcuni militanti sabato sera hanno aggredito un giornalista della Stampa

 

 

 

Bene, oggi è il ministro dell'Istruzione in persona, Giuseppe Valditara, a scrivere su X un dettaglio che imbarazzerà parecchie persone: "Ormai è certo: il famigerato professore "fascista" dell'istituto #Pirelli, che ha indotto numerosi esponenti del PD e del M5S a paventare il rischio di un dilagare di episodi di #fascismo a scuola, è in realtà un ex dirigente del PD abruzzese. Non solo: è anche un convinto antifascista. Chi si è precipitato a chiedermi dichiarazioni di condanna e di stigma verso il "pericoloso eversore" ha fatto una pessima figura. Peccato che fra costoro vi sia anche una autorevole esponente del Pd, Anna Ascani, vicepresidente della Camera, che quantomeno per il ruolo ricoperto avrebbe dovuto usare maggiore prudenza e toni più misurati e istituzionali. Chiarito che il docente non è un pericoloso fascista - conclude Valditara -, l'ufficio scolastico del Lazio verificherà ora se realmente il professore ha usato espressioni omofobe e razziste".

 

 

 

Tra i primi commenti al post si segnala quello del giornalista della Stampa Luca Bottura: "Buonasera ministro, ma lei davvero sta usando il suo account X in questo modo sgangherato? Davvero sta polemizzando su un fatto di gravità inaudita facendone una questione di casacche? Davvero, incidentalmente, sta difendendo il "buon nome" del fascismo? E se sì, non si vergogna?"


 

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