Cerciello Rega, assolto il carabiniere che bendò Hjorth: "Non lo fece per umiliarlo, ma per calmarlo"
Dopo essere stato massacrato per aver bendato l'americano catturato dopo l'omicidio di Mario Cerciello Rega, il carabiniere responsabile del bendaggio è stato assolto La condotta tenuta dal maresciallo Fabio Manganaro "non è stata accompagnata dalla coscienza e volontà di realizzare una condotta criminosa". È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui è stato assolto il carabiniere accusato per aver bendato l'americano Gabriel Natale Hjorth nel 2019. L'episodio era avvenuto nella caserma di via Selci in seguito al fermo di due uomini americani per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Cerciello Rega, ammazzato con 11 coltellate nel luglio del 2019. Un crimine efferato che sconvolse l'Italia.
Manganaro, difeso dai legali Roberto De Vita e Valentina Guerrisi, era stato condannato in primo grado a due mesi, pena sospesa. Il carabiniere secondo i giudici della Prima Corte d'Appello di Roma, avrebbe agito "solamente dalla volontà di proteggere l'integrità fisica e psichica di Hjorth, nel tentativo di riportarlo alla calma e di meglio compiere gli atti di polizia giudiziaria". Il fatto dunque "non costituisce reato".
La scelta del bendaggio degli occhi invece "è stata presa nell'immediatezza, certamente non è stata programmata ed è risultata un'azione estemporanea e d'impeto", scrivono i giudici d'Appello in quanto il Manganaro ha utilizzato "il primo accessorio che casualmente ha rinvenuto nella stanza ovvero un foulard lasciato in precedenza da qualcuno sull'attaccapanni della stanza stessa. La mancanza di prova certa della durata del bendaggio stesso non può escludere che la stessa privazione del visus del giovane fermato si sia limitata a un numero indeterminato, ma limitato di minuti". Per i giudici, dunque, deve ritenersi ragionevolmente dimostrato che Manganaro "abbia sì adottato oggettivamente una irrituale temporanea misura di maggior rigore, ma abbia agito senza la volontà di modificare in senso peggiorativo lo stato di restrizione in cui si trovava legalmente Natale Hjorth".
Ma non solo. Per i giudici, Fabio Manganaro non avrebbe potuto agire diversamente in quanto "deve pure considerarsi che Manganaro, in quel contesto ambientale assai complicato, ha dovuto prendere da solo e senza il supporto delle gerarchie superiori e senza potersi confrontare con altri colleghi, delle decisioni immediate importanti sulla gestione della persona fermata".