Cerca
Logo
Cerca
+

Massimo Galli, concorsi truccati in Statale: condannato a 1 anno e 4 mesi

  • a
  • a
  • a

Condanna a 1 anni e quattro mesi per Massimo Galli per aver truccato concorsi per professori e ricercatori dell'Università Statale di Milano. Il tutto, secondo l'inchiesta, a vantaggio del suo collaboratore Agostino Riva e svantaggiando il primario del Niguarda Massimo Puoti. Assolto, invece, dall'accusa di turbativa d'asta o abuso d'ufficio. "È una sentenza, il mio punto di vista è diverso e porterò avanti in appello le mie convinzioni. Sono assolutamente sereno - ha commentato Galli -. Sul falso l'unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario". 

Il collegio dei giudici Bertoja-Cantù Rajnoldi-Taricco si era ritirato in camera di consiglio poco prima delle 15 e la sentenza è arrivata dopo circa un'ora. La discussione, dunque, non si è dilungata più di tanto. L'infettivologo, ex primario dell'ospedale Sacco in pensione e tra i professori più noti durante la pandemia Covid, è coinvolto in uno dei filoni processuali nati dall'inchiesta 'concorsopoli' dei pm di Milano Carlo Scalas ed Eugenia Baj Macario sulle presunte selezioni pilotate per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale di Milano. 

La commissione di cui Galli ha fatto parte nel 2020, oltre a essere membro dell'Università interessata dal posto bandito, avrebbe preferito Riva a Puoti con un punteggio di 69,9 contro 67,4. Durante la breve udienza che si è tenuta nella mattinata di martedì 16 luglio i pubblici ministeri non hanno replicato alle arringhe difensive dopo aver depositato una memoria sui fatti del processo il 26 giugno. 

Il 10 luglio anche la difesa Galli ha presentato un'ultima memoria. "Essendo membro di una comunità scientifica fatta da poco più di un centinaio di persone che si vedono più spesso dei parenti stretti conoscevo bene entrambi i candidati", ha dichiarato Galli in aula il giorno del suo esame a marzo, negando ogni addebito. Secondo uno dei volti simbolo della lotta al Covid "la commissione conosceva Puoti come le sue tasche è una persona che ha un'importante fama di competenze nell'ambito dell'epatite e infezioni del fegato ma eravamo tutti convinti che non si sarebbe presentato e che non avrebbe preso il servizio con il rischio che saltasse (il concorso, ndr) per anni". 

Ciò sarebbe avvenuto in una fase di "buco nella gestione della continuità del gruppo di ricerca" a causa di un trasferimento di un altro professore e di due pensionamenti, incluso il proprio. "Avevamo bisogno contestualmente di un giovane", ha aggiunto. Ad ogni modo "il profilo del candidato è definito dal Dipartimento in base alle esigenze tenendo conto dei curricula dei professori che andavano in pensione, della tradizione di ricerca e di determinate competenze necessarie".

Dai blog