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Trump, pagina 9 di Repubblica: "Colpito dal fucile simbolo dei conservatori"

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"La chicca della stampa italiana sull'attentato a Donald Trump si trova oggi a pagina 9 di Repubblica", sottolinea con ironia Daniele Capezzone nel suo "Occhio al caffè", la rassegna scorrettissima di Libero

Il riferimento è al quasi surreale articolo sull'AR15, il fucile del cecchino Thomas Matthew Crooks, il 20enne che ha sparato al candidato repubblicano a un comizio in Pennsylvania: si parla di "contrappasso", perché l'ex presidente e sfidante di Joe Biden alle elezioni di novembre è stato "colpito con l'arma simbolo dei conservatori". 

 

 

 

Eccola qua, una nuova piega della copertura mediatica italiana dell'agguato: gira che ti rigira, è sempre colpa della destra. Non a caso, si fa menzione del fatto che l'attentatore, peraltro un giovane che secondo i conoscenti aveva evidenti problemi personali legati a problemi di bullismo a scuola (e si era diplomato nel 2022), con una passione per le armi (girava spesso in mimetica) e un marcato isolamento sociale, fosse registrato tra le fila dei repubblicani (pratica burocratica in America, dove per votare bisogna essere appunto registrati, e che non toglie il dubbio che il ragazzo fosse un "infiltrato" tra le fila del partito di Trump), mentre pochi sottolineano il fatto che lo stesso Crooks avesse fatto una (esigua, 15 dollari) donazione a una associazione legata al partito democratico subito dopo l'insediamento di Biden alla Casa Bianca. 

 

 

 

Ovviamente, come in ogni circostanza simile, a sinistra puntano l'attenzione più sull'allarme-armi che sull'allarme politico che sottende all'attentato. Altra perla: si ricorda che il fucile semiautomatico AR15, definito dalla odiatissima National Rifle Association, "il più amato dagli americani", è stato prodotto anche in versioni limitate dedicate a Trump. Costo: 1.599 dollari in su. Insomma, tutto torna. 

 

 

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