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Giacomo Bozzoli, "barba, baffi e 50mila euro nel borsello": come l'hanno incastrato

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Giacomo Bozzoli era nascosto nel cassettone del letto matrimoniale nella camera da letto quando è stato trovato dai carabinieri nella sua villa a Soiano, in provincia di Brescia, in cui vive insieme alla moglie Antonella Colossi e al figlio di 9 anni e dalla quale è fuggito insieme alla famiglia a fine giugno, pochi giorni prima della condanna all'ergastolo.

Il procuratore capo bresciano, Francesco Prete, ha spiegato in conferenza stampa, che con sé aveva un borsello contenente circa 50mila euro. Il 39enne imprenditore bresciano, condannato in appello la scorsa settimana con l'accusa di aver ucciso suo zio Mario Bozzoli nell'ottobre del 2015 e averne gettato il corpo nella fornace dell'azienda di famiglia a Marcheno, si era recato in Spagna con la compagna e il figlio, poi è rientrato in Italia con "auto a noleggio" dove "lo abbiamo rintracciato". 

Il suo rientro in Italia, secondo gli inquirenti, è da collocare "nelle ultime 24 ore abbondanti". È stato possibile individuarlo e procedere al suo arresto attraverso "una serie di sistemi di intercettazioni telefoniche e telematiche" e "con le telecamere". In un video pubblicato su Instagram dalla pagina Orgoglio bresciano, si vede Giacomo Bozzoli con barba e baffi.

"Riteniamo che non avesse intenzione di costituirsi. Lo dimostra il ritrovamento nel cassettone del letto matrimoniale", ha aggiunto il procuratore Prete. Bozzoli "si è proclamato innocente. E ha detto che vorrà dimostrarlo". Una tesi, questa sostenuta per tutto il processo. "Chiederò la rivalutazione del quadro probatorio che ha portato alla mia condanna", le parole esatte del nipote di Mario Bozzoli.

 

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