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Alex Marangon trovato morto nel Piave: sciamani e ayahuasca, cosa filtra sulla tragedia

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Sarebbe morto sotto effetto di allucinogeni Alex Marangon, il barista di 26 anni scomparso nel nulla lo scorso sabato notte durante un raduno di appassionati di sciamanesimo nell’Abbazia Santa Bona di Vidor. Il giovane, stando a quanto si apprende, avrebbe assunto la ayahuasca, una pianta allucinogena illegale in Italia, utilizzata da secoli in Sud America dagli sciamani e considerata sacra. Le ricerche da parte dei carabinieri del comando provinciale di Treviso, Vittorio Veneto e Montebelluna, dei pompieri e della Protezione civile, sono andate avanti per tre giorni. Poi, martedì 2 luglio alle 14,30 Marangon è stato ritrovato privo di vita su un isolotto del Piave con una tumefazione all’occhio e una ferita nell’addome. 

Oggi dovrebbe essere predisposta l’autopsia per comprendere la dinamica della morte. Il ragazzo, residente a Marcon nel Veneziano, viene ricordato da amici e familiari come una persona piena di vita e di interessi. Al lavoro, per capire cosa sia successo, c'è la Procura di Treviso che si sta occupando del caso e che ha aperto un fascicolo per morte in conseguenza di altro reato. Stando a quanto emerso finora, la situazione sarebbe degenerata sabato notte, al secondo giorno di assunzione della sostanza da parte di una ventina di partecipanti: Marangon sarebbe stato preso da una crisi che lo avrebbe spinto ad abbandonare il posto per uscire nei boschi che circondano l’Abbazia, poco distante dal fiume Piave.

 

 

 

Qualcuno avrebbe cercato di trattenerlo, ma alla fine lui se ne sarebbe andato correndo. Su quanto successo subito dopo, invece, è possibile solo fare delle ipotesi: se Marangon ha assunto la pianta allucinogena potrebbe avere avuto delle visioni e questo potrebbe averlo portato a ferirsi e a precipitare nel Piave.

 

 

 

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