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Trevignano, il Vaticano cassa la "santona": "Niente di sovrannaturale"

 La Madonna di Trevignano Romano

Caterina Maniaci
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Constat de non supernaturalitate”: non ci sono fatti soprannaturali. La Santa Sede, con una formula solenne, decreta la fine della diatriba attorno alle presunte apparizioni della Madonna a Trevignano romano alla sedicente veggente Gisella Cardia, insieme al marito Gianni. Almeno ufficialmente è arrivata la parola fine per questa vicenda che continua a far rumore e mescola in se tanti elementi-chiave per solleticare attenzioni più o meno morbose: il soprannaturale, le truffe, la credulità unita al desiderio di riuscire a sconfiggere malattie e disgrazie varie, una personalità capace di imporsi a centinaia di persone. E la considerazione che torna di grande, urgente attualità: quando la gente non crede più in Dio crede a ogni genere di altra cosa. Il dicastero perla Dottrina della fede interviene, dunque, con un comunicato per ribadire formalmente che non di apparizioni soprannaturali in questo caso si tratta e stroncare così ogni forma di devozione, in applicazione concreta delle recenti norme generali promulgate sulle apparizioni (in senso più restrittivo) e dopo che la commissione istituita dal vescovo locale, monsignor Marco Salvi, era già arrivata alla conclusione che a Trevignano non c’è stata alcuna manifestazione di Maria e che si concretizzata da una scomunica. Uno stop formale che non è però riuscito a frenare la devozione di un buon numero di seguaci irriducibili e che viene ora rafforzato con un intervento pubblico ai massimi livelli da parte del dicastero vaticano responsabile dell’ortodossia cattolica.

Il dicastero perla Dottrina della fede conclude il suo documento augurandosi che “la Beata Vergine Maria, Madre di Gesù, Madre della Chiesa e Madre nostra”, possa “riportare pace e serenità in vista del bene spirituale dei fedeli della parrocchia di Trevignano Romano e del popolo di Dio che è in tutta la Diocesi di Civita Castellana”. Ma come si è arrivati a questa sentenza? A Trevignano tutto comincia nel 2016, quando Gisella Cardia riferisce di apparizioni della Madonna su un campo nel paese. Gisella arriva dalla Sicilia, dove ha vissuto la sua prima vita, quando era Maria Giuseppa Scarpulla. Ma anche in questa esistenza incombono varie ombre. Secondo quanto ricostruito dai giudici, avrebbe stipulato, con la sua società Majolica italiana, un contratto di affitto con l’amministratore unico e liquidatore della società Ceramiche del Tirreno srl, per un canone annuo di 108 mila euro annue. Canone, hanno stabilito i giudici, «incongruo» e che avrebbe determinato il fallimento della società. Dopo il fallimento della società Maria Giuseppa, con il marito di cui ha assunto il cognome, decide di andarsene e ricominciare da un’altra parte. A Trevignano, per l’esattezza. Qui prende il via la nuova storia, in cui lei si trasforma in Gisella, predicatrice e mistica, al punto di dichiarare al mondo di ricevere visite e messaggi dalla Madonna, a volte di Gesù e persino dal Padre Celeste, apparizioni che sarebbero avvenute in concomitanza con lacrimazioni di sangue attribuite a una statua della Vergine Maria acquistata a Medjugorje. Arrivano i primi accertamenti, le prime indagini, intanto però centinaia di persone arrivano nel paese, nei pressi di Roma, si accalcano in attesa di vedere Gisella, le chiedono consigli, preghiere, la seguono con convincimento. Se il Signore ha moltiplicato pesci e pani, una veggente dei nostri tempi che si rispetti, in un Paese dell’eccellenza culinaria, ecco che lei dichiara di aver assistito alla moltiplicazione di gnocchi e pizza durante cene organizzate a casa sua. Le 'visioni' di Gisella finiscono sotto la lente della commissione ad hoc voluta dalla diocesi di Civita Castellana.

 

 

I messaggi non si sono “bloccati”, anche dopo l’intervento del vescovo, anzi Gisella ha dichiarato di avere la certezza, proveniente ovviamente dall’alto, che la fine dei tempi è in arrivo, dovremo affrontare l’apocalisse totale. Insieme al decreto vaticano ora la Cardia deve affrontare anche la giustizia terrena, visto che la Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo con l'ipotesi del reato di truffa, per il quale è indagata insieme al marito, dopo le denunce presentate da un ex sostenitore della stessa Gisella. L'uomo, infatti, aveva donato circa 123mila euro all'associazione 'Madonna di Trevignano', appartenente ai due coniugi, per poi pentirsi. Per il Vaticano la vicenda finisce qui. Ma chissà se la “veggente” si fermerà veramente.

 

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