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Maturità, gli antagonisti bocciano le tracce: volevano comunismo e ideologia green

Daniele Dell'Orco
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I gruppi di antagonisti di sinistra vivono la loro vita una strumentalizzazione alla volta. Quando la cronaca gli offre, purtroppo, dei drammatici appigli, hanno buon gioco. Sta succedendo ad esempio con la planata da condor sul corpo mutilato e ancora caldo di Satnam Singh, il bracciante indiano vittima del caporalato a Latina. Ma è quando bisogna riempire l’attualità arida di ganci ideologici che subentra il genio. È accaduto dopo l’inizio degli esami di maturità, quando tutti, persino a sinistra, hanno promosso le tracce della prima prova (il tema di italiano) scelte dal Ministero dell’Istruzione: mostri sacri come Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello, temi delicati come il timore per i conflitti in corso e critiche a una modernità fatta di narcisismo, identità digitali e scarsa comunicazione.

Una formula di grande empatia nei confronti dei giovani, priva delle tendenze ideologiche verdi, e rosse, degli anni scorsi. I collettivi studenteschi, però, volevano proprio quello. Ideologia. Bieca. Se il Ministro Valditara avesse proposto come traccia, chessò, “il modello educativo nella Cambogia di Pol Pot”, “Cambiare Rotta” e “Opposizione studentesca d’alternativa” sarebbero stati felici e contenti. Così, invece, troppa moderazione è risultata indigesta.

 

 

 

Le tracce della maturità, secondo loro, sarebbero nientemeno che «propaganda governativa». Bisogna precisare che la polemica è stata totalmente ignorata da chiunque. Ma sarebbe davvero ingiusto non premiare con un po’ di spazio questo capolavoro di fantasia. Per i compagni, ad esempio, la traccia di Ungaretti sulla brutalità della Grande Guerra sarebbe inaccettabile perché i «governi occidentali e il nostro ci portano nella nuova guerra mondiale, mandiamo armi e mezzi militari in Ucraina e Yemen». Oppure i Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello sarebbero irricevibili poiché «gli studenti sono mandati a morire in Alternanza (scuola lavoro, NdR) e i tecnici e professionali sono stati fatti diventare delle appendici delle aziende». E Giuseppe Galasso? Uno dei più noti esponenti del Meridionalismo contemporaneo, ritenuto inadeguato perché il suo testo, Storia d’Europa, sarebbe un assist per promuovere l’Autonomia varata nelle stesse ore dal governo.

Alla costituzionalista Maria Agostina Cabiddu e all’importanza delle intuizioni dei padri costituenti che descrive nei suoi testi viene rimproverata invece la presenza al governo dei «nipoti dell’Msi, le cui simpatie per fascismo e nazismo non si sono mai placate». Nipoti dell’Msi che però a Palazzo Chigi ci sono arrivati rispettando la stessa Costituzione. Queste controtracce viste dai comunisti dovrebbero dimostrare, chissà come, «la rappresentazione capovolta della realtà per tenerci zitti e buoni mentre ci consegnano un futuro di guerra, devastazione ambientale, oppressione dei popoli come in Palestina». Ecco, la Palestina. Come lamentela finale gli antagonisti lamentano il mancato inserimento della causa palestinese nelle tracce.

 

 

 

Non gli bastano le proteste messe in atto in tutta Italia dai loro cuginetti universitari, che contagiano poi anche l’esterno. Come successo a Milano col bandierone della Palestina sfoggiato sulla facciata del Duomo dai candidati alle Europee di Alleanza Verdi-Sinistra. O come accaduto ieri a Pavia, con lo stesso vessillo apparso sulla cupola del Duomo, mentre l’università è ancora occupata dagli attivisti pro-Pal di “Rete antifascista”. Proteste che però ora rischiano di diventare démodé. Per restare sulla cresta dell’onda, quindi, dovranno affrettarsi a rimuovere tutti i picchetti e delocalizzare in Agro pontino.

 

 

 

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