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Bracciante morto a Latina, il titolare dell'azienda: "Una leggerezza", è bufera

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"Ha fatto di testa sua...una leggerezza che è costata cara a tutti”: hanno provocato non poca indignazione le parole pronunciate da Renzo Lovato, il datore di lavoro di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni morto dopo aver perso un braccio tranciato dal macchinario che stava usando. Quest'ultimo non solo non è stato soccorso ma è addirittura stato abbandonato davanti casa sua con l’arto in una cassetta. Ora il titolare dell'azienda agricola di Latina dove Singh lavorava, intervistato dal Tg1, ha detto: "Lo avevo avvisato di non avvicinarsi al mezzo, ma ha fatto di testa sua...", parlando poi di una "leggerezza". 

Nessuna parola, invece, sul mancato soccorso al bracciante, che era irregolare sul territorio italiano, né sulle responsabilità di suo figlio, titolare insieme al padre dell'azienda di famiglia e ora indagato dalla Procura di Latina. Le sue dichiarazioni hanno fatto discutere parecchio sui social, scatenando una vera e propria ondata di indignazione: “Lo fanno lavorare senza contratto regolare, lo mollano per strada col braccio mozzato e la leggerezza è del lavoratore, leggerezza che È COSTATA CARA A TUTTI. Ma la vergogna!”, ha scritto Selvaggia Lucarelli. “La faccia come il cu**”, ha commentato invece Luca Bottura. Centinaia, comunque, i post indignati per le parole di Lovato. In uno di questi, per esempio, si legge: "Non una parola di pietà e dolore per il ragazzo morto; non una parola di rammarico per il comportamento brutale del figlio: anche di fronte all'evidenza il primo pensiero è di scaricare la responsabilità sulla vittima che non può più difendersi".

 

 

 

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