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Maturità e diplomifici, ecco il tariffario: 6mila euro per un pezzo di carta

Caterina Maniaci
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Studenti diplomati a tempo di record, con cinque anni ben condensati in soli sei mesi, senza obbligo di frequenza, direttamente e comodamente da casa. Con la modica spesa di 6-8000 euro. Da pagare in comode rate. Istituti alberghieri che promettono diplomi con sicuro accesso al mondo del lavoro, ma senza laboratori o cucine. E, ovviamente, del cibo nemmeno l’odore. O l’ombra.

Insegnanti senza i titoli e le abilitazioni necessarie per poter salire in cattedra. Aule con molti più iscritti che banchi disponibili, istituti tecnici agrari che si pregiano di poter formare torme di studenti in questa disciplina senza però fornire agli iscritti l’uso di una fattoria, di stalle odi campi in cui i futuri agronomi possano “esercitarsi”.

Proprio alla vigilia degli esami di maturità per migliaia di studenti italiani, sono questi i casi più eclatanti di cui si viene a conoscenza, ma in realtà sono molte e varie le violazioni e le anomalie scoperte dopo gli accertamenti fatti scattare dal ministero dell’Istruzione e dalla Guardia di Finanza alla conclusione del piano straordinario di vigilanza contro i “diplomifici”. I controlli hanno riguardato 70 scuole paritarie superiori. Per 47 di queste le direzioni scolastiche regionali hanno già avviato le procedure per la revoca della parità.

 

 

IL SUD - Quali sono le regioni, i territori più deputati al proliferare dei diplomifici? Le irregolarità più diffuse si registrano in Campania, Lazio e Sicilia. Le scuole sono diventate oggetto di ispezione in particolare proprio dopo aver rilevato, negli anni scolastici precedenti, un abnorme, e dunque quantomeno sospetto, incremento degli studenti iscritti alle classi terminali a fronte di un esiguo numero di studenti che frequentano le classi iniziali.

Tra le irregolarità riscontrate, oltre a quelle citate, il mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi addirittura l’eliminazione totale di alcune discipline; grave inosservanza delle disposizioni previste in materia di esami di idoneità ed esami integrativi; lacune e incongruenze nella tenuta dei registri cartacei ed elettronici.

Oltre alle verifiche del piano di vigilanza, il ministro ha promosso iniziative ad hoc per contrastare ancora più efficacemente le irregolarità a profusione. Tra queste, c’è appunto l’obbligo del registro elettronico, dato che l’uso esclusivo di quello cartaceo si è prestato a molte più approssimazioni, per usare un eufemismo. E poi nuovi e precisi limiti alla istituzione delle classe collaterali e regole per il sostenimento contestuale di esami per più anni scolastici. Molte delle scuole finite nel mirino, infatti, sono state in grado di organizzare vere truffe scavalcando tranquillamente le disposizioni vigenti in materia di esami di idoneità ed esami integrativi, con tanto di registri che però non hanno registrato nulla di quanto realmente dovrebbe avvenire in classe, o lo hanno fatto in modo parziale.

Le nuove misure sono state approvate in Consiglio dei ministri nell’ambito del disegno di legge Semplificazioni che sarà approvato, secondo quanto previsto dal Pnrr, entro la fine di quest’anno. «Oggi annunciamo con soddisfazione la conclusione del piano straordinario di vigilanza contro il fenomeno dei diplomifici. Da questo governo nessuna tolleranza verso chi non rispetta la legge. Ribadiamo il nostro impegno costante per garantire standard di qualità a tutti gli studenti, che frequentino scuole statali o paritarie», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sottolineando che per la prima volta in Italia «si mettono in campo azioni concrete a tutela della legalità nella scuola». Il ministro ha annunciato dal prossimo anno scolastico, misure legislative «costruite per contrastare sul nascere abusi e storture e garantire un’istruzione di qualità in tutti gli istituti del sistema pubblico, di cui le paritarie rappresentano un anello importante».

 

 

LA STRETTA - Proprio dal mondo delle paritarie, che appunto lo stesso ministro ha definito «importante anello» del sistema educativo nazionale, e che in molti casi vantano una lunga e consolidata tradizione di formazione arriva un commento positivo verso i provvedimenti ministeriali. «Siamo contenti della stretta che c’è stata in questi giorni», sostiene la presidente nazionale della Fidae, la Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie, Virginia Kaladich - e anche del piano del ministro Valditara per eliminare i cosiddetti diplomifici, mele marce che purtroppo contribuiscono alla permanenza di alcuni luoghi comuni sulle scuole paritarie».

Esprime soddisfazione e si dichiara «completamente d’accordo con le affermazioni del ministro Valditara sul diritto allo studio» suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica ed esperta di politiche scolastiche, secondo la quale «finalmente la verità è emersa a separare il grano dalla pula», mentre in questi anni l’ideologia ha voluto identificare il mondo delle scuole paritarie tout court proprio con i diplomifici. Per avere una idea del peso della paritarie (quelle scuole inserite nel circuito del sistema scolastico nazionale ma che non sono gestite dal ministero dell’istruzione), basti pensare che in Italia se ne contano circa 12mila con 817mila studenti iscritti (secondo gli ultimi dati Miur). Di questi, 466mila frequentano la scuola primaria (con 8.500 sedi a disposizione), ovvero l’11%; il 13% la scuola che un tempo si chiamava “media”; mentre le superiori, quelle che riguardano i diplomifici insieme alle scuole provate, rappresentano il 13%.

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