Cerca
Logo
Cerca
+

Long Covid, il dramma di Francesca Lo Castro: "In sedia a rotelle a 36 anni. E non mi credono"

  • a
  • a
  • a

"Vivo praticamente a letto. A 36 anni”: agghiacciante la testimonianza di Francesca Lo Castro, malata di Long Covid e fondatrice della rete dei malati a lungo termine. "Era un giovedì di marzo del 2020. Ero nel mio ufficio a Londra e avevo i geloni alle mani: è stato il primo segno", ha raccontato la donna a Repubblica, ricordando il giorno in cui si è ammalata di Sars-CoV-2. Il secondo step del suo calvario, invece, risale al 27 aprile dello stesso anno: "Mi viene un gran febbrone. Tosse violenta. Finisco al pronto soccorso. Ma non mi ricoverano. 'Lei è giovane, non rischia la vita'".

Da casa, però, la malattia non è mai migliorata. Anzi. "La polmonite non passa. Torno altre due volte al pronto soccorso, ogni volta mi rispediscono a casa", ha proseguito Lo Castro. A settembre 2020 la conferma: "Mi dicono che la mia malattia si è cronicizzata. Alla polmonite è subentrata la pleurisi. Dopo un anno, a seguito di presunto infarto, mi diagnosticano una miocardite e pericardite cronica. Mi ritrovo sulla sedia a rotella". Parlando dei sintomi di questa malattia che non l'ha mai lasciata, ha menzionato i principali: "Un’astenia spaventosa. Non ho le forze per fare nulla. Cefalee. Nausee. D’estate sto diversamente peggio. Il fisico rifiata, posso uscire col bastone, la gente mi dice 'sei migliorata'. Ma non è vero, perché col caldo sto peggio mentalmente. E’ come se precipitassi in una nebbia mentale, una sorta di Alzheimer”.

 

 

 

Le sue condizioni fisiche, insomma, hanno avuto delle ripercussioni pesanti anche a livello mentale: "Ho una rabbia terribile addosso. Mi capita di pensare al peggio". Tant'è che poi ha aggiunto: "Preferisco stare tutta la vita in sedie a rotelle che avere il cervello in pappa”. Anche se ha ammesso che la cosa che la fa soffrire di più è "non essere creduta”. All'origine della sua mancata guarigione dal Covid, come lei stessa ha spiegato, c'è una sindrome "definita disautonomia. Ha agito sul mio sistema immunitario come l’Hiv. E’ come se avessi sviluppato l’Aids, solo che non è scaturito da un’infezione Hiv, ma da un’infezione covid-19".

La Lo Castro ha poi detto di essersi vaccinata "quattro volte. Il vaccino mi ha salvato la vita. Se avessi contratto ancora una volta il virus sarei sicuramente morta o peggiorata gravemente, come altri amici miei che avendo figli piccoli non possono proteggersi da agenti esterni”. Inoltre, ha rivelato di aver scritto alla premier Giorgia Meloni "per chiedere che riconosca il Long Covid al più presto come sindrome cronica debilitante con sintomatologia fluttuante nel tempo. Lo Stato deve investire nella ricerca. E dare accesso equo a test diagnostici e terapie di supporto". Infine, ha raccontato di essere rimasta incinta del compagno due mesi fa. Anche se ha ammesso: "Sono stata mal consigliata dai ginecologici. Mi hanno tolto la spirale per l’endometriosi 'tanto lei non può rimanere incinta'".

 

 

 

Dai blog