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Giada Zanola, agghiacciante sms dopo averla lanciata dal cavalcavia: "Non hai nemmeno salutato"

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"Alle 7.30 ricordo di essermi svegliato e di essermi accorto che Giada non c'era, tanto è vero che le ho mandato un messaggio chiedendole se fosse già andata al lavoro e dicendole che non ci aveva nemmeno salutato come era solita fare": Andrea Favero, 38 anni, fermato per l'omicidio della compagna Giada Zanola di 34 anni, lo ha detto ai pm durante l'interrogatorio. La donna è morta dopo essere stata spinta dal cavalcavia sull'A4 in prossimità di Padova. L'sms di cui parla l'uomo, come confermato dal procuratore di Padova Giorgio Falcone, esiste effettivamente ed è stato inviato alle 7.38. Il testo recita: "Sei andata al lavoro?? Non ci hai nemmeno salutato!!". 

Tuttavia, secondo il sostituto procuratore, "appare evidente che i contatti telefonici e i messaggi presenti sul suo cellulare rappresentino una messa in scena". Se in un primo momento si era pensato a un possibile suicidio, oggi invece quell'opzione è stata definitivamente scartata per lasciare spazio alla pista dell'omicidio. Nel mirino degli investigatori c'è proprio il compagno della donna, che avrebbe avuto un movente forte per uccidere Giada. Lo scrive il pm nel decreto di fermo: Andrea Favero "ha subito una serie di colpi che lo hanno caricato al punto di perdere completamente la testa e uccidere la Zanola". Tra questi "l'annullamento delle nozze già fissate per il 21 settembre 2024, con tanto di vestiti, anelli e partecipazioni già pronte, come riferito dalla madre dell'indagato". Ma anche "i problemi economici; la vita da separati in casa; la relazione parallela apertamente instaurata dalla Zanola con un altro uomo; il cambio di lavoro che avrebbe reso quotidiana la frequentazione con quest'ultimo; la possibile fine della convivenza che avrebbe impedito all'indagato di avere rapporti; il pensiero di non avere una via d'uscita". 

 

 

 

A parlare del matrimonio annullato è stato anche un amico della coppia a La Vita in diretta, la trasmissione condotta da Alberto Matano su Rai 1: "Lei aveva annullato le nozze perché non se la sentiva più. Andrea era gelosissimo e possessivo. Giada una ragazza solare, che aveva voglia di vivere". 

Nel corso dell'interrogatorio, inoltre, Favero ha spiegato di ricordare poco della scorsa notte: "Non ho memoria precisa di come si siano svolti i fatti ieri notte, ho come un vuoto. Ricordo che eravamo a casa...poi però abbiamo cominciato a litigare e Giada si è allontanata a piedi verso il cavalcavia che passa sopra l'autostrada che dista circa un chilometro da casa nostra. Io ho preso l'auto e l'ho seguita raggiungendola dopo pochi metri da casa e facendola salire per portarla a casa". 

L'uomo ha detto che la compagna "mi sbraitava addosso come spesso ultimamente faceva dicendo che mi avrebbe tolto il bambino e non me lo avrebbe più fatto vedere". Poi, arrivando al momento più delicato, ha aggiunto: "Ricordo che siamo scesi dall'autovettura, ma qui i ricordi si annebbiano perché ricordo solo che mi continuava a ripetere che mi avrebbe tolto il bambino, ma non ricordo se e come ho reagito. Non ricordo se siamo saliti sul gradino della ringhiera che si affaccia sull'autostrada che funge da parapetto". 

Infine Favero sarebbe tornato a casa da solo. "Ho pensato subito a mio figlio e al fatto che lo avevamo lasciato a casa da solo, cosa che non era mai successa, per cui sono tornato immediatamente a casa - avrebbe rivelato sempre nel corso dell'interrogattorio -. In quel momento io avevo solo mio figlio nella testa e non ricordo di avere mai pensato a cosa fosse successo a Giada. Mi sono addormentato quasi subito". 

Anche i vuoti di memoria, come l'sms del mattino, per il pm sarebbero solo una messa in scena. "I vuoti di memoria dell'indagato potrebbero far parte della cosiddetta messa in scena al fine di non scoprire troppo le carte - si legge nel documento di fermo - ma i movimenti dell'auto ripresi dalle telecamere e le sue pur parziali ammissioni rendono evidente che i fatti si sono svolti come da lui spontaneamente ammesso poco prima dell'interrogatorio parlando con la polizia". 

 

 

 

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