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Truffe agli anziani, nel covo trovati soldi e manuale per telefonisti

pensioni crisi

Chiara Pellegrini
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«Pronto intervento carabinieri, casa...; Lei è la moglie di...? Innanzitutto buongiorno sono il maresciallo Domenico Primo della caserma...». Cominciavano così le telefonate che hanno truffato decine di anziani a Roma, nel Lazio e in altri parti di Italia e che hanno portato i carabinieri ad eseguire 17 misure cautelari. La centrale operativa dell’organizzazione era a Napoli e operava in modo capillare, fornendo agli imbroglioni un vademecum di frasi per poter raggirare le vittime. Tra il settembre del 2022 e il marzo del 2023 sono stati portati a termine circa 80 colpi.

Il modus operandi era simile ma strutturato in modo diverso, c’era chi si fingeva carabiniere, chi impiegato delle poste, avvocato o assicuratore. Il telefonista chiamava l’anziano di turno, nomi a caso scelti su internet e negli elenchi telefonici, comunicandogli che un suo familiare doveva saldare il debito per ritirare un pacco o che aveva provocato un incidente stradale. «Suo figlio sta bene, non si è fatto un graffio», si legge nelle carte scovate dai carabinieri del Comando provinciale di Roma, e ancora: «Stanno operando suo nipote alla colonna vertebrale ma è risultato sprovvisto di assicurazione». Spaventata la vittima, l’organizzazione passava all’incasso, inviando un complice a casa dell’anziano.

 

 

Dalle indagini eseguite dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale, coordinati dalla Procura della capitale (pm Pierluigi Cipolla, procuratore aggiunto Giovanni Conzo), emerge addirittura compiacimento per aver portato le vittime alle lacrime. Come nel 2022 in una truffa commessa ai danni di una donna residente nel viterbese. L’anziana di 85 anni ha raccontato agli inquirenti di aver ricevuto una telefonata da un uomo che fingeva di essere il nipote che «le riferiva di trovarsi nei guai e di essere in caserma per non aver pagato un pacco dal valore di 5.600,00 , chiedendole dunque di estinguere il debito a suo nome al fine di non essere arrestato». La donna ha dunque consegnato a un sedicente corriere 2.150 euro in contanti, orologi, monili in oro e persino la fede nuziale.

Stando alle intercettazioni gli indagati, ognuno con una propria specializzazione, ogni giorno riuscivano a impossessarsi con i loro raggiri tra i 50mila e i 70mila euro. In un settimana rubavano oltre un chilogrammo di oro. Nella centrale operativa di Napoli sono state trovate, oltre che denaro in contante (circa 40mila euro), centinaia di schede telefoniche e decine di cellulari oltre che gioielli provento dell’attività illecita.

 

 

Dalle conversazioni captate dagli investigatori si è scoperto che Eduardo Uccello, parente stretto di Alfonso, disoccupato che girava con un orologio da 80mila euro al polso, spiegava come il periodo pasquale fosse particolarmente florido per truffe, visto che il Sabato santo dell’anno precedente era riuscito a guadagnare addirittura 30mila euro.

I destinatari degli arresti emessi dal gip sono tutti di Napoli e provincia. Il gip di Roma ha disposto il carcere per Giovanni Uccello, Eduardo Uccello (entrambi ritenuti promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere), Alfonso Uccello, Raffaele Bacio Terracino, Giuseppe Romanelli, Marco Canfora e per Angelo Pasquale Montagna. Arresti domiciliari invece per Giovanni Rendola, Lucio De Lucia, Antonio Fedele, Raffaele Russo, Giuseppe Fedele, Ciro Rendola, Francesco Siviero, Antonio Siviero, Antonio Ferioli e per Antonio Di Matteo. Il gip di Roma, in relazione alla posizione di alcuni indagati, si è dichiarato incompetente e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della capitale affinché le inoltri agli ufficio inquirenti di Viterbo, Napoli, Latina e Velletri.
 

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