Veranda, per il condono non bastano 20 anni: la sentenza che ribalta tutto
È che poi rischia di finire così. Come a Bari. Come per quel condomino che aspetta da vent’anni un condono per una veranda abusiva ed è costretto a sollecitare, a chiedere, a richiedere, ad andare a bussare perfino al Tar, cioè al tribunale amministrativo regionale, pur di avviare i lavori di ristrutturazione che sarebbero addirittura coperti da un rimborso statale ma, per adesso, ancora, non si vede il caschetto di un operaio. Sulla vicenda, lunga e complessa, fatta di carte bollate e uffici dell’Urbanistica, tra non molto ci arriviamo.
IL PIANO CASA
Partiamo, però, dallo scenario, da quel che ci sta attorno e che parte Puglia bensì a Roma. Vaglielo a raccontare, ora, all’agguerritissima opposizione parlamentare, che casi come questo, capitano (e spesso). Vaglielo a dire, ai deputati grillini che da ore già sbraitano: «Salvini sul fantomatico “piano salva-casa” ha del grottesco, più lo esponente più si sente puzza di condono anche a distanza di chilometri»; oppure a i colleghi dem che, stringi stringi, è lo stesso, prevedibile, ritornello («Se Salvini si occupasse un po’ meno di promettere condoni di qualunque tipo avrebbe altro da fare per salvare le case degli italiani») (...)
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