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Ilaria Salis, il padre Roberto minaccia il governo: "Piedi sanguinanti, svuoterò il cassetto"

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Tutto merito del "clamore", in particolare della candidatura con Avs alle europee: queste le ragioni, secondo il padre Roberto, per le quali Ilaria Salis ha ottenuto i domiciliari in Ungheria. Una svolta, un passo in avanti, per il quale Roberto Salis non sente di dover offrire alcun ringraziamento al governo, che ovviamente ha lavorato a lungo sottotraccia per sbloccare la situazione, chiedendo alle opposizioni di abbassare il tono dello scontro con l'Ungheria, proprio per ottenere dei risultati. 

Insomma, una discreta ingratitudine da parte del signor Salis, ingratitudine che ha mostrato a caldissimo, nelle interviste concesse in tv, da Otto e Mezzo a Prima di Domani. E il giorno successivo, ecco che rincara la dose con una tripletta di interviste, concesse a Corriere della Sera, Repubblica e Stampa. "Finché mia figlia resta in Ungheria io non sono tranquillo. Al telefono ci siamo detti che sarà meraviglioso riabbracciarci. Era molto contenta. Entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere. Sono stati mesi molto duri", ha spiegato alla Stampa.

Dunque l'intemerata contro l'esecutivo: "Mi sento di escludere" che ci sia stato un intervento del governo. "Da quando mia figlia ha accettato la candidatura con Avs tutti i canali di comunicazione esistenti con la diplomazia italiana si sono completamente chiusi. È calato il silenzio più assoluto", afferma. E l'idea che dietro a toni così duri ci sia proprio la campagna elettorale, oggettivamente, non può essere esclusa. Secondo Roberto Salis oggi "prevale la delusione. Sono profondamente ferito dall'atteggiamento delle istituzioni italiane. Eccetto una: il presidente della Repubblica, che forse è stato l'unica figura istituzionale da cui ci siamo sentiti tutelati, che ci ha trasmesso un profondo senso di rispetto nei confronti dello Stato". 

Poi le parole Corriere della Sera: "La concessione dei domiciliari sarà operativa dopo il pagamento della cauzione - aggiunge il signor Salis -. Appena mi comunicheranno su quale conto corrente farò il versamento. Spero il prima possibile. Dopodiché non dovrebbero esserci altri ostacoli. Penso che abbia pesato moltissimo la forte mobilitazione popolare in Italia, l'attenzione dell'opinione pubblica, averla fatta diventare un fatto mediatico. Anche con la candidatura alle elezioni europee". 

Quindi nella girandola di dichiarazioni si passa a Repubblica: "Io penso che il merito sia dei giornalisti che hanno sollevato il caso, della mobilitazione popolare che è nata dopo la diffusione delle immagini di Ilaria in catene al processo e della mobilitazione politica, compresa la scelta della candidatura - prosegue - contro un processo che da subito è stato politico". Ed è proprio a Repubblica che Roberto Salis consegna la frase più dura, quasi minacciosa, nel mirino sempre il governo: "Tutta questa attenzione io francamente la vedo ancora molto nebulosa. Li dovrei ringraziare? Lasciamo stare. Io non ho dei sassolini nelle scarpe, ho i piedi sanguinanti e prima o poi svuoterò i cassetti di quel che ho da dire. Noi non abbiamo visto alcuna volontà concreta né da parte di Tajani né da parte di Nordio", conclude il padre di Ilaria Salis con toni che, francamente, si faticano davvero a comprendere.

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