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Savoia, destino beffardo: il Re senza regno ora è senza tomba

Luca Puccini
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Emanuele Filiberto non ha dubbi: suo padre, Vittorio Emanuele, morto a inizio febbraio, quindi più di tre mesi fa, «verrà sepolto a Superga, nella Cripta reale, come prevede la tradizione di Casa Savoia». Ciò su cui si è un tantino meno sicuri è quando questo avverà. «Servirà ancora del tempo», ammette lo stesso Emanuele Filiberto: è che è un po’ l’incertezza, un po’ la burocrazia, ma un po’ è pure il mezzo polverone che si alza, ieri mattina, quando la notizia inizia a circolare, tanto che l’erede della dinastia è costretto a precisare: sì, è così, il babbo non è ancora stato sepolto, però no, non c’è nulla di cui preoccuparsi (né, tantomeno, su cui polemizzare). Torino. Gira sempre tutto attorno a Torino. A Torino si sono svolti, il 10 febbraio del 2024, nel Duomo, i funerali di Vittorio Emanuele; e a Torino sono custodite, in questo momento, in un luogo riservato, «fuori dal contesto della Basilica», dove ovviamente i parenti possono accedere per portare un fiore o semplicemente lasciarsi andare a un ricordo, le ceneri del figlio dell’ultimo re d’Italia. Solo che, nel frattempo, cioè dalla cerimonia di ieri all’attualità di oggi, passano tre mesi, che fanno precisamente sessantun giorni (sessantotto dal decesso, a voler fare i pignoli) e di sepolture vere e proprie ancora nulla.

IL NODO DEI PROGETTI
«Abbiamo presentato alla Sovrintendenza tre progetti perla realizzazione della tomba», continua Emanuele Filiberto, dopo che l’edizione piemontese di Repubblica fa scoppiare, in mattinata, un piccolo caso, anticipando che il nulla-osta della Sovrintendenza, in realtà, non c’è. Tuttavia in termini della questione non stanno esattamente così: dei tre progetti sul tavolo solo uno (quello, nello specifico, che prevede la tumulazione dietro all’altare della Sala dei re, la stessa che contiene il sarcofago con le spoglie di Carlo Alberto) non è stato approvato. Nessun via libera, insomma, ma unicamente in questo senso, epperò anche una mancata approvazione che un suo peso ce l’ha, perché viene dalla Sovrintendenza di Torino e la basilica di Superga è un bene del demanio: senza quell’okay non si può procedere (considerato inoltre che, come riporta Repubblica, il suggerimento è meramente di carattere tecnico, nel senso di studiare una soluzione che «operi in aggiunta» e «non alteri» l’architettura del monumento). Cavilli, per lo più. Con gli altri due progetti che, invece, stanno ancora in piedi.
Ma allora, adesso, cosa bisogna aspettarsi? Quel che succederà è che la famiglia di Vittorio Emanuele dovrà scegliere tra le due opzioni rimanenti, quindi presentare un nuovo (e definitivo) progetto e a quel punto aspettare (ancora) l’ulteriore valutazione della Sovrintendenza. «Un iter lungo», non ne fa mistero nemmeno Casa Savoia, «ma la burocrazia è uguale per tutti. Forse dovrà passare ancora qualche mese per l’effettiva sepoltura».

LA BUROCRAZIA
Per tutto il resto, ossia per i dettagli dei progetti approvati e per la reale collocazione della tomba di Vittorio Emanuele, le bocche sono cucite. Di certo si sa soltanto, e lo ribadisce anche Emanuele Filiberto, che la tumulazione avverrà nella Cripta reale. Perché, da una parte, c’è il rispetto delle norme sulla tutela del patrimonio storico (ché è vero, ha ragione Casa Savoia quando ribadisce che la burocrazia, come la legge, vale per ognuno senza alcuna distinzione), ma dall’altro sussiste anche il diritto (e di diritto si tratta dato che, alla stessa stregua, non fa eccezioni su chi lo possa vantare) della famiglia di scegliere le modalità e i luoghi migliori con cui tumulare il proprio caro che è venuto a mancare. Vittorio Emanuele di Savoia è morto a Ginevra il 3 febbraio scorso ed è stato ricordato con le esequie a Torino: successivamente è stato cremato a Biella.

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