Telefonate moleste, non dite mai "sì": attenti allo sproofing, come ci truffano
Salve-sono-Iani-la-chiamo-dall’Albania-per-proporle-una-super-offerta-sul-prezzo-dell’ energia-posso-disturbarla? Peccato che di “super” ci sia solo la scocciatura perché o non è il momento buono o non te ne può fregar di meno oppure le hai provate tutte, ma tutte sul serio, ti sei pure iscritto al registro delle opposizioni, ma chiamate come queste, a qualsiasi ora del giorno, ogni giorno, te ne arrivano a iosa.
Una, due, anche sei di fila. E tu stai lì, col telefonino che trilla e quel numero che non è un rubrica, che-faccio-rispondo?, metti che è qualcuno che ha bisogno, magari l’ufficio, un’utenza nuova: però te ne accorgi al primo secondo. Se ti va bene è un disco registrato, metti giù e amen. Seno è un operatore che nove su dieci chiama dall’estero e ti attacca un discorso che non finisce più. Benedetti (si fa per dire) call center. Ché sono anni che ci provano, ci provano tutti, a dare una stretta alle telefonate moleste, al telemarketing selvaggio e siamo ancora qua. Con l’ultimo intervento, il decreto legislativo numero 48 del 2024, redatto a marzo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale meno di una settimana fa, che entrerà in vigore da fine mese: ma sarà la volta buona?
LA VOLTA BUONA?
Sarà la volta (sicuramente, nel senso che lo dice il provvedimento, nero su bianco, non si scappa) che scatteranno sanzioni pecuniarie salate, da 50mila euro su su fino al milione tondo tondo, per chiunque operi «pratiche commerciali sleali, frodi o abusi o non ottemperi agli ordini e alle diffide». E sarà pure la volta che l’Agcom potrà «imporre limitazioni per bloccare» gli operatori che usano i numeri di telefono alterati (ti sta chiamando, ancora, Iani dall’Albania, ma sul tuo display l’utenza che compare inizia per +39, quindi è italiana, è per questo che hai risposto). In gergo si chiama “spoofing”, è quella tecnica (sempre più adoperata) che consente di contattare i consumatori simulando un numero di cellulare fittizio. Adesso basta, però. Adesso ne abbiamo pieni i cellulari. Ché prima (a luglio del 2022) avevamo sperato nel registro delle opposizioni epperò si è rivelato un mezzo fiasco: di segnalazioni (circa mille al mese), di telefonate-spam ancora tantissime e soprattutto quell’inghippo, che le norme c’erano, erano anche buone, quantomeno di buonsenso, ma si potevano applicare solo ai call-center che lavorano in Italia e nell’era della globalizzazione, della de-localizzazione, delle tariffe europee campacavallo. E poi (estate dell’anno scorso) ci abbiamo riprovato col nuovo Codice di condotta, blacklist, obbligo del consenso, sanzioni per i contatti illegittimi: ma di nuovo, effetti pratici, non molti. Di contro proliferano le truffe (e no, evidentemente non è una buona notizia). Come quella “del sì”. L’ultima, insidiosa, diciamo apertamente stronza, frontiera dei mariuoli telefonici. Funziona così: ti chiamano, non importa se un operatore in carne e ossa o una voce registrata, ti chiedono semplicemente Parlo-col-signor-Rossi?, tu sei soprappensiero, sei gentile, sei solo corretto e rispondi “sì” e allora sei anche fregato. Perché registrano quella sillaba di assenso, salvano la traccia audio modificata, la piazzano in una conversazione farlocca, Signor-Rossi-allora-accetta-la-nuova-tariffa-del-gas?, e tu te ne accorgi quando ti arriva la bolletta a casa.
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TRUCCHI
Va bene, esistono piccole accortezze che si possono fare per evitare di cadere nel tranello con entrambe le scarpe allacciate (non pronunciare la parola “sì” ma rispondere con un più generico, e del tutto giustificato, ma-lei-invece-chi-è?, non rilasciare dati anagrafici per nessuna ragione, men che meno quelli sensibili, ancor di meno il proprio codice Iban), però il punto non è questo. Il punto è che nel 2024, in un Paese che si dice civile, è un sacrosanto diritto di ognuno di noi non venire infastidito ogni due per tre con telefonate commerciali mai sollecitate che al 30% riguardano il settore della telefonia, al 29,2% quello dell’energia e al 25% il trading. Siamo stufi. Lasciateci in pace.
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