Cerca
Logo
Cerca
+

Islam violento, così l'Imam di Cuorgnè ha ucciso il nipote

Roberto Tortora
  • a
  • a
  • a

Episodi di violenza sempre più frequenti nelle comunità islamiche sia italiane sia oltre confine, in un clima di tensione sempre più evidente tra occidentali e medio-orientali. È il reportage che propone, attraverso diversi servizi sul territorio, Fuori dal Coro, il talk di approfondimento politico e sociale condotto da Mario Giordano.

Cambiano i contesti, i territori, le persone coinvolte, ma il minimo comune denominatore è la violenza fisica nei confronti di chi non si conforma ed il radicalismo religioso che porta ad altra violenza.

Il primo caso è quello raccontato dall’inviata Angela Camuso, un esorcismo finito male da parte di un Imam della moschea di Cuorgné, paesino del torinese. Estirpare il diavolo dal corpo del 43enne Khalid Lakhrouti. Legato mani e piedi e con un cuscino sul viso, l’uomo è deceduto nella sua abitazione di Salassa per una insufficienza respiratoria acuta, lo ha stabilito l’autopsia. In manette tre persone, l’ex-moglie, il fratello e lo zio, quest’ultimo Imam di Cuorgnè e guida del rituale mortale. 52 anni, marocchino, punto di riferimento della comunità islamica locale. 

Altro caso è quello descritto da Nicolò Calcagno, che ha fatto visita alla moschea abusiva di Via Zambelli, a Milano, dalla quale è stato espulso, con foglio di via dall’Italia, Khabir Ahmed, 50enne bengalese e Imam di questa comunità. Giudicato pericoloso per la sicurezza pubblica, nonostante nella sua moschea c’è chi lo definisce ancora una brava persona. È stato tenuto a lungo sotto controllo per il suo radicalismo religioso e ora è stato rimandato in Bangladesh.

L’ultimo caso, quello più eclatante, ci porta oltre confine, nel sud della Francia. A Montpellier per la precisione dove, come riporta l’inviata Eugenia Fiore, un’adolescente di 13 anni, Samara, è stata picchiata a sangue addirittura dai suoi compagni di scuola islamici, perché non indossava il velo e si vestiva all’occidentale.

Dai blog