Papa Francesco, ora nessuno può più mettergli un'etichetta politica
È un inno all’«infinita dignità dell’uomo» il documento del Dicastero vaticano per la dottrina della fede pubblicato ieri, proprio con il titolo Dignitas infinita, e parla sia alla Chiesa che al mondo.
Dal punto di vista ecclesiale mostra la direzione di questo pontificato che – partendo dal magistero della Chiesa e in particolare degli ultimi tre pontefici – ricuce insieme due sensibilità che nel mondo cattolico sono molto acute: quella che contrasta gli attacchi alla dignità umana a livello etico (aborto, eutanasia, utero in affitto, ideologia gender) e quella che contrasta gli attacchi alla dignità umana a livello sociale (la povertà, la guerra, i migranti).
È semplicistico schematizzare così, ma è vero che, negli ultimi decenni, anche perla pressione dei media e della politica, sia in Italia che nel mondo, i cattolici (pure i vescovi) sono apparsi talvolta contrapposti su drammi umani che in realtà sono la stessa cosa: l’uomo ferito, ucciso, umiliato, sofferente, emarginato, oppresso, degradato, perseguitato, violato. Non è possibile nessuna dicotomia fra la difesa del povero e quella del vecchio malato, fra la cura di vittime della guerra o della fame e i bambini non nati, fra il profugo e la maternità della donna. Il Buon Samaritano della parabola – che è Cristo stesso – si china su ciascuna di queste creature e si carica sulle spalle i drammi e le sofferenze di tutti.