Scuola, maschio cancellato e schiaffo ai bimbi: vietato festeggiare il papà
Scuola chiusa per la Festa del Ramadan ma in quelle aperte vietano pure le iniziative per la Festa del Papà. Il caso è scoppiato in un istituto di Roma. A denunciare quanto accaduto è stato Marco Perissa, deputato di Fratelli d’Italia: «Apprendo da alcuni genitori di bambini che frequentano la scuola comunale per l’infanzia Ada Negri, dell’Istituto comprensivo “Via Latina 303”, nel VII Municipio di Roma Capitale, che lo scorso 19 marzo i piccoli alunni non hanno potuto consegnare alcun lavoretto, poesia, bigliettino per la festa del papà alle proprie famiglie. La motivazione alla base della decisione, comunicata per le vie brevi dalle maestre alle rappresentanti di classe, sarebbe «l’inclusione» di tutte le famiglie, come da linee guida del Comune di Roma Capitale. Insomma con una decisione del tutto discutibile viene cancellata la tradizione e la storia. Già perché i primi a celebrare la festa furono dei monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. Poi fu Papa Sisto IV nel 1400 a iscrivere la festa nel calendario romano. E nel 1871 la Chiesa cattolica proclama San Giuseppe protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa. Fino al 1976, in Italia il 19 marzo era ritenuto festivo anche agli effetti civili. Insomma, una ricorrenza che unisce religione e famiglia da secoli.
Ma al Municipio VII di Roma a quanto pare sono più avanti degli altri e provano a forzare la mano. «Ferma restando la possibilità di studiare situazioni personalizzate per le classi in cui siano presenti bambini con alle spalle situazioni familiari particolari, ritengo assurdo e discriminante che si debba cancellare una tra le ricorrenze più sentite nella nostra tradizione, annullando la figura del padre e della madre in nome del politicamente corretto - aggiunge Perissa -. Dopo il caso della scuola di Pioltello che ha deciso di chiudere per la festa di fine Ramadan, chiedo al ministro dell’Istruzione Valditara che il ministero si attivi per far luce su quanto avvenuto e sono pronto ad incontrare i genitori che stanno giustamente protestando». Ma questo non è un caso isolato. Anche in un comune in provincia di Mantova, a Ceresara, è esplosa la protesta di alcuni genitori contro la decisione di una maestra di non celebrare la ricorrenza.
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E le proteste sono fioccate quando l’insegnante ha detto ai bimbi che non si sarebbe fatto nulla per la Festa del Papà. «Perché il Ramadan sì e San Giuseppe no?», ha chiesto Marco Ghidini, consigliere comunale della Lega a Mantova. «La festa del Papà è una ricorrenza importante per le famiglie e non va discriminata», ha aggiunto Ghidini. Va però sottolineato che l’istituto ha subito preso posizione spiegando che la decisione era della sola maestra e non rappresentava l’indirizzo dell’istituto: «Non c'è nessuna volontà di discriminare la festa del Papà». Ma c'è anche chi in questa festa ci crede e anche parecchio.
E così in Ogliastra, in Sardegna, la ricorrenza è stata festeggiata in classe con pagelloni in dialetto sardo da regalare a tutti i papà. I biglietti di auguri sono stati realizzati dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Globale di Villagrande. Da quelle parti è nata la “Pagella de su babbu” dove i bambini hanno dato i voti per “bellesa, simpatia, forza, amore», tutto rigorosamente in lingua sarda. E nello spazio dedicato alla poesia, i bambini hanno potuto conoscere i versi “A babbu meu” di Antico Casula, autore sardo noto con lo pseudonimo Montanaru. Un modo per affermare le tradizioni che qualcuno vuole eliminare nel nome di “linee guida” comunali. Ma anche l’omaggio doveroso a una figura, quella del padre, che sempre di più, in nome dell’inclusività e dei “genitori 1 e 2”, viene svuotata di quel significato che la nostra identità e la nostra cultura le hanno affidato: un punto di riferimento chiaro, insieme alla madre, per ognuno di noi. Lasciate che i bambini di oggi continuino ad averlo.
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