Forlì, nella città in cui fu giustiziato Ruffilli spunta la bandiera delle Brigate Rosse
Solo un caso o una provocazione politica e umana inaccettabile? Le acque politiche di Forlì sono agitate dopo la denuncia di Nicholas Pellegrini, coordinatore di Gioventù Nazionale Forlì-Cesena, e Giacomo Cenesi, coordinatore di Azione Studentesca Forlì-Cesena: una bandiera delle Brigate Rosse è apparsa all'ingresso di una scuola. Dettaglio non secondario: Forlì è la città in cui nel 1988 ha perso la vita il senatore della Democrazia cristiana Roberto Ruffilli, in un attentato rivendicato proprio dai terroristi rossi delle BR.
Il vessillo brigatista sarebbe stato esposto da uno studente di un liceo artistico del capoluogo romagnolo. Pellegrini e Cenesi hanno chiesto alla preside dell'istituto di intervenire per individuare il responsabile del gesto.
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Di "atto inquietante che necessita provvedimenti" parla il comunicato dei due giovani attivisti di destra, che dalle pagine del Resto del Carlino denunciano "lo sdoganamento di simboli legati a una stagione, quella del terrorismo rosso, che si sperava superata". "Certi episodi non vanno assolutamente presi sottogamba - proseguono Pellegrini e Cenesi -. Invitiamo quindi la preside dell'istituto a prendere immediatamente i provvedimenti necessari affinché atti come questi non trovino più spazio nella scuola".
Senza mezzi termini, secondo Pellegrini si è trattato di una "profanazione della scuola da parte di estremisti che sventolano simboli di morte", mentre per Cenesi quello dello studente è "un atto crudele, visto che proprio a Forlì le Brigate Rosse hanno compiuto uno dei loro crimini più vigliacchi, l'omicidio di Roberto Ruffilli".
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Come ricorda anche IlGiornale.it, l'allora 51enne senatore democristiano era rientrato a casa da un convegno in città: due brigatisti, travestiti da postini, suonarono alla porta, entrarono in casa per consegnargli un fantomatico pacco e poi misero in scena l'agghiacciante "rituale". Ruffilli, fatto inginocchiare vicino al divano in soggiorno fu "giustiziato" con tre colpi di pistola alla nuca.
Piuttosto surreale la replica del Partito comunista italiano, che in una nota inviata a ForlìToday fa sapere: "Le Brigate rosse non sono mai state un'organizzazione di sinistra, bensì sono state finanziate e gestite dai servizi segreti". I giovani fan delle Br, evidentemente, sono "vittime dell'ignoranza derivante da una gestione inefficace dell'insegnamento della Storia all'interno degli istituti scolastici".