Silvio Viale, il ginecologo eletto con +Europa indagato per molestie
A Torino lo conoscono un po’ tutti. Fa il ginecologo, è il responsabile del reparto Interruzioni volontarie di gravidanza all’ospedale Sant’Anna ed è consigliere comunale, eletto nel 2021 col supporto di +Europa e Radicali italiani. Silvio Viale è, adesso, anche accusato di molestie da parte di quattro pazienti. Lui, camice bianco e cravatte sgargianti, sostiene di non saperne assolutamente nulla, ma andiamo per gradi.
È il 25 novembre dell’anno scorso. In tutt’Italia si celebra la giornata contro la violenza di genere e Torino non fa eccezione. Al corteo indetto per quella mattina, nella centralissima piazza Castello, sono diffuse alcune esperienze di donne che parlano di abusi subiti. Anzi, li raccontano: con lettere che vengono lette. Una colpisce tre ragazze che partecipano alla manifestazione, si sentono coinvolte perché si riconoscono in quanto riferito. Atteggiamenti e offese che, affermano, avrebbero vissuto pure loro.
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Tre mesi fa si fa riferimento a un “ginecologo anonimo”, ma loro quattro sono convinte. Sanno di chi si sta parlando. Così bussano alla porta dell’avvocato Benedetta Perego. Una, due, quattro: è in questo modo che la legale procede col deposito delle querele e la procura inizia a indagare. C’è un nome sulle carte, quello di Viale: le giovani (hanno tra i 20 e i 25 anni) danno più o meno le stesse versioni.
Hanno trovato Viale su internet, hanno letto delle ottime recensioni e deciso di chiedere un appuntamento.
Uno solo, tuttavia, perché subito dopo hanno optato per un altro professionista. «Hanno avuto molto coraggio», commenta Perego, «non sono mai state interessate a sollevare mediaticamente la questione. Attendiamo che si faccia luce sulla vicenda, le donne devono sapere che non sono sole. Speriamo che chi ha subito esperienze analoghe possa trovare la forza di uscire allo scoperto e chiedere giustizia». Del fascicolo se ne sta occupando, ora, il procuratore aggiunto Cesare Parodi. Viale, dal canto suo, resta di stucco.
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Un po’ perché appende la notizia dal quotidiano La Stampa, un po’ perchè «a me non è stato notificato nulla e so solo quello che ho letto. Non ho nemmeno nominato alcun avvocato e non so cosa dire. Sono una persona disinvolta e in generale poco formale», aggiunge, e chi lo conosce non può che confermare, «ma non so se abbia rilevanza perché non so niente di questa vicenda».
Una vicenda che, però, è diventata immediatamente di dominio pubblico perché Silvio Viale non è un ginecologo qualsiasi. Un passato remoto con la Sinistra studentesca e Lotta continua; un passato più recente (fino al 2001) coi Verdi di cui è stato anche capogruppo in consiglio comunale; un presente nelle file radicali e +europeiste: è tra i promotori della pillola Ru -486, quella del cosiddetto “aborto farmacologico” e da sempre denuncia il ricorso massiccio all’obiezione di coscienza per i medici quando si tratta di interruzioni di gravidanza.