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Viterbo, il manifesto mortuario di Elio: uno schiaffo a moglie e figli

Alessandro Dell'Orto
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È stato spietato fino alla fine. Anzi, proprio alla fine ha dato il meglio in quanto a orgoglio, rabbia e rancore. Ce l’aveva con i suoi familiari - chissà cosa mai gli avranno fatto, sicuramente qualcosa di particolarmente grave - e col cavolo che li ha perdonati in punto di morte come vorrebbero i cattolici e i perbenisti. Giammai. 

Elio, 74 anni, quando ha capito che aveva i giorni contati, si è rivolto alle onoranze funebri Fantini Zanettini di Aprilia, in provincia di Latina, e ha consegnato una lettera con le ultime volontà e le precise indicazioni di come sarebbe dovuto essere il funerale a Faleria, suo paesino di origine di 2000 abitanti in provincia di Viterbo. Poi ha pagato e ha salutato. «Le richieste erano più o meno le solite- spiegano ora dall’azienda di onoranze funebri a parte un dettaglio: l’uomo non voleva che alla cerimonia presenziassero i parenti più stretti. Ovviamente abbiamo esaudito tutte le volontà».

LE REAZIONI SOCIAL
E così, quando lo scorso mercoledì Elio è morto alle 6 di mattina all’Ospedale Civile “Santa Maria Goretti” di Latina, sono stati stampati i manifesti (una decina) che hanno tappezzato le vie di Faleria con la scritta: “Il defunto non gradisce al proprio funerale la presenza dei figli, del genero e della moglie”.

Nel piccolo paesino è stato accusato il colpo, anche se l’uomo non abitava più lì da tempo. Ed è scattata la curiosità per capire cosa mai può essere accaduto per giustificare tanto rancore. Sui social i compaesani si dividono. C’è chi sostiene abbia fatto peccato («Decide lui anche dopo la morte. Le colpe non sono mai solo da una parte. Si può perdonare almeno in caso di morte»), chi lo critica («Ha voluto imporsi sugli altri, anche da morto») chi lo plaude per coerenza («Ammirevole....le persone si rispettano da vivi....dopo è solo scena»; «Ha fatto benissimo, almeno nel suo ultimo viaggio ha voluto essere lasciato in pace»), chi apprezza la sua sincerità («Beh, almeno non è’ stato ipocrita!») anche se i più sottolineano la tristezza della vicenda (e i beninformati assicurano che le volontà sono state rispettate dai parenti). Nell’annuncio mortuario (all’inizio sa di beffa la solita frase che dice: “è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari...”), oltre alla particolare richiesta, anche un saluto sibillino: «La presente vale come ringraziamento». 

 

 

Come dire, questo scherzetto è il grazie per tutto quello che mi avete fatto. «Non ci era mai capitata una richiesta tanto particolare raccontano ancora alle onoranze funebri Fantini Zanettini -. Sì, a volte dai discorsi dei parenti si capisce che con il defunto i rapporti non erano buoni, ma nessuno ci aveva mai chiesto di mettere nero su bianco in un modo tanto deciso e chiaro». In realtà, però, capita più spesso di quanto immaginiamo che qualcuno muoia incattivito coi propri cari. È il caso di una signora di 86 anni di Fontanafredda (Pordenone) che, nel 2019, ha stilato una specie di lista di convocazioni: nella locandina ha chiesto di specificare che «annunciano la morte il figlio Loris, la nuora Luana e parenti tutti», ma che «Come espressamente richiesto dalla cara Anita, non è gradita la presenza della figlia e del genero (curioso come i generi non siano mai amati... ndr)».

«NESSUN PARENTE»
Il motivo l’ha spiegato lo stesso figlio: «Mamma era in causa con mia sorella, tanto che aveva deciso di cambiare le serrature di casa perché non intendeva intrattenere legami con lei. L’ho sempre assistita io, in particolare nell’ultimo anno. Attraverso un testamento olografo, due anni fa, aveva espresso precise volontà: mi sono sentito di fare quello che lei avrebbe voluto. Era difficile che mia sorella e il marito partecipassero al rito, ma nel dubbio si è deciso così». Nel 2017 a Cossato (Biella), invece, un uomo di 69 anni è stato ancora più netto e sull’annuncio mortuario ha specificato: «Si invitano tutti i parenti ad astenersi alla partecipazione della cerimonia funebre». Amen.

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