Fleximan, una lezione ai moralisti: i cittadini vanno ascoltati
Fleximan, l’eroe misterioso che con il favore dell’oscurità abbatteva gli autovelox, ha vinto. Il supereroe brechtiano che si è fatto carico di rovesciare l’ordine del giusto e dell’ingiusto percepito al volante, si vede riconoscere il round da parte degli stessi sindaci che, insistendo sulle strade incriminate, di anno in anno ingrossavano la voce dei bilanci comunali a botte di multe e di sanzioni. La resistenza come ultima controffensiva. Fleximan non ha ragione in sé, ma - diciamo abusando del grande drammaturgo tedesco- «ci siamo dovuti accontentare di sederci dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati». E in quegli altri posti sedevano i giusti, quelli della norma sopra tutto persino sopra il buonsenso; sedevano i commentatori con il ditino alzato che insegnano storia, geografia, letteratura e pure diritto; sedevano i burocrati, i legulei e gli azzeccagarbugli; i dotti a prescindere. Sedevano pure quei funzionari di qualsiasi pubblico ufficio che conferisce quel milligrammo di potere che tanto basta per complicare la vita dei miti. Infine sedevano gli ipocriti delle lezioncine morali. I sindaci hanno detto che non reinstalleranno quegli autovelox divelti e che «i cittadini vanno ascoltati». In questa vicenda ognuno si è tolto la maschera e ha vinto: il cittadino che cerca di farsi eroe mascherato per vendetta e i sindaci che si nascondono dietro i cavilli, le ordinanze e le competenze ballerine.
Abbattere un autovelox è diseducativo e tutto quel blablabla scontato e sacrosanto sentito per giorni di processo etico a Fleximan; se non fosse che davvero quando è troppo è troppo. Ma perché l’automobilista deve pagare tutto questo conto? Quanto costa oggi avere una macchina e usarla per andare a lavorare? Autovelox di ultima generazione (che magari la Pa non compra perché fa un accordo con l’azienda e “smezzano” il ricavato delle multe); e poi Ztl, area A, B, C; i parcheggi blu a pagamento; e le aree a 30 km/h. Per non dire delle tasse sulla macchina, l’assicurazione, la benzina... E le scuole guida o la motorizzazione, caselle del “Via” cui la carta “Imprevisti” ti spedisce quando sei a corto di punti o addirittura privo di patente. Fleximan è l’eroe disperato, l’eroe quotidianamente piccolo; è il cittadino che non viene ascoltato se non quando, dopo esser stato additato come vandalo, coram populo sbugiarda la norma ingiusta.
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Cari sindaci, quanto pensate di guadagnare con il nostro uso di vetture? Si ha ancora il diritto e la libertà di entrare nelle città oppure entrarvi sarà come iscriversi a un costosissimo club? Ai soloni dell’educazione stradale, ricordiamo che per un Fleximan giustiziere degli automobilisti, ci sono tanti, tantissimi, troppi sindaci che si nascondono dietro la maschera dell’impedimento e della burocrazia quando tocca a loro - per esempio - risarcire il danno provocato dalle buche che non coprono. Le maschere infine non mancano alle assicurazioni, agli uffici competenti “ma non in questo caso”, alle imprese appaltatrici, agli azzeccagarbugli e via dicendo. Bastava giocare palla a terra per uscire dalla situazione: ascoltare i cittadini, tornare a riconoscerci tutti nei distinti ruoli nell’equilibrio dei compiti, dei diritti e dei doveri. Lo hanno fatto i sindaci, lo dovranno fare gli uffici. E lo dovremo fare anche noi che non abbiamo sempre ragione come invece pensiamo di avere tutte le volte che ci mettiamo alla guida e affrontiamo la peggior giungla.
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