Polizia Stradale, assolti 9 agenti dopo otto anni di gogna: "Vite rovinate"
Un’indagine e un processo che son durati otto anni. Per arrivare a scoprire che quei poliziotti non sono colpevoli. Otto interminabili anni per stabilire che quegli agenti non avevano fatto niente. Otto anni. Di lungaggini, di faldoni giudiziari, di udienze. Otto anni in cui la tua vita per forza cambia, non è più la stessa.
E intanto il “tuo foglio” si è macchiato, il tempo è passato, e nessuno te lo ridarà indietro. Accade a Napoli. Dove nove uomini della polizia stradale, di vario grado, tutti residenti tra il capoluogo campano e la provincia, sono stati assolti dalle accuse di concussione “perché il fatto non sussiste”. Tra loro anche alcuni ispettori. «L’indagine - spiega una fonte a Libero - è cominciata nel 2015, partita da segnalazioni di alcuni imprenditori che sostenevano di essere stati ricattati dagli agenti di polizia per non essere multati. Ritenevano quindi che gli agenti avessero preso mazzette». Gli imprenditori sostenevano di aver sganciato banconote da dieci e venti euro. Ma, come detto, tutti i capi di imputazione mossi dalla procura sono state smontati.
ANCHE LE MICROSPIE
Un’indagine complessa e un’azione investigativa da cui sono scaturiti tre procedimenti giudiziari. I procedimenti erano suddivisi per competenza territoriale e si dividevano tra il tribunale di Napoli, quello di Nola e quello di Napoli nord. La procura aveva anche disposto intercettazioni ambientali e telefoniche, collocando alcune microspie nelle auto di servizio degli agenti.
Questo al fine di captare le loro conversazioni e raccogliere eventuali prove per sostenere le tesi degli accusatori. Ma la difesa è riuscita a dimostrare l’insussistenza dei fatti e l’inattendibilità dei testi.
«In questi otto anni- spiega ancora la fonte - alcuni agenti sono stati sospesi, altri in attesa di giudizio sono stati riamessi in servizio dopo cinque anni. Ma alcuni hanno anche subito un trasferimento momentaneo d’ufficio con un provvedimento provvisorio, e quindi c’è chi è stato mandato a Latina, chi a Gaeta, chi a Potenza. Lei capisce che, al là di togliere personale in forze, questi poliziotti sono stati anche tolti agli affetti familiari e alcuni trasferiti a 300 chilometri da casa. Questo lato umano non va sottovalutato. Oltre al fatto che, quando un agente viene trasferito o sospeso, non viene rimpiazzato. E quella sezione ovviamente ne risente».
Ma dopo otto anni di dibattimenti nelle aule dei tribunali, tutti i poliziotti sono stati assolti con formula piena in primo grado e nuovamente riammessi in servizio. Le accuse mosse dalle procure sono state smontate e l'inconsistenza delle deposizioni dei testimoni citati dall'accusa è stato uno degli elementi cardine su cui ha fatto leva la difesa. Gli agenti rischiavano quattro anni di reclusione e la destituzione dal corpo di polizia.
VITE SCONVOLTE
«Un tempo infinito– commenta Valter Mazzetti segretario generale Fsp Polizia di Stato- in cui i colleghi sono rimasti lontano dal servizio, mentre la loro onorabilità e il rapporto di fiducia che necessariamente deve unirli ai cittadini sono stati messi in discussione. Non solo gli uomini, i figli, i fratelli mariti e padri sono stati messi in ginocchio, ma soprattutto i poliziotti, e con essi la loro funzione. Naturalmente ci uniamo al loro sollievo e alla loro soddisfazione, ma non possiamo che esprimere con altrettanta forza lo sdegno per gli otto interminabili anni che ci sono voluti per uscire da questo incubo». «Un compartimento, quello della stradale- continua Mazzetti-, che nella polizia paga il più alto tributo di vite umane allo Stato e ai cittadini. Una funzione che i colleghi compiono con estremo sacrificio ogni singolo giorno a tutte le ore in qualsiasi condizione, con una dedizione e una resistenza fisica e psicologica che gli fa a dir poco onore.
Al di là di tutti i doverosi, ma spesso vuoti messaggi di solidarietà e vicinanza ai colleghi della stradale, che troppe volte rimangono uccisi o feriti sulle strade ma anche nelle aule di tribunale aggiungiamo noi, i poliziotti impegnati in uno dei settori più difficili meritano ben altra attenzione».