Autovelox distrutti da Fleximan, cosa rischiano ora gli automobilisti
Fleximan ha una tutina attillata con un grossa Effe stampata sul petto, il viso mascherato, muscoli scolpiti e, ovviamente, un flessibile tra le mani. Così, almeno, lo immaginano i suoi ammiratori sui social, chi accostandolo a Superman e chi a Flash, anche se forse sarebbe più giusto paragonarlo a Posaman- l’esilarante personaggio del comico Lillo -, se non fosse che la faccenda sta diventando molto seria.
Gli italiani lo esaltano, lo difendono, lo coccolano e probabilmente qualcuno lo imita pure, perché le cose da noi vanno così: quando siamo esasperati, ci accodiamo al primo che si ribella, anche se sbaglia e infrange la legge, esagera e sappiamo che prima o poi dovrà pagare. Fleximan non ha un nome né un volto, ma è nato a Bosaro (Rovigo) il 19 maggio 2023 notte in cui ha segato il primo autovelox - e da quel momento è cresciuto in fretta, come fama e come attività, arrivando a diventare il paladino degli automobilisti incazzati. In questi otto mesi sono stati abbattuti 16 apparecchi elettronici, tutti con la medesima tecnica (anche se quasi sicuramente da mani differente): viene utilizzato un flessibile a batteria e il palo che sorregge il misuratore di velocità viene tagliato, quasi sempre lasciando intatti i fili interni, e adagiato sul terreno.
CLACSON E RIPRESE VIDEO
È successo undici volte in Veneto (otto nella sola provincia di Rovigo, una al passo Giau sopra Cortina, una a Riese Pio X nel Trevigiano e l’ultima, la scorsa notte, a Carceri in provincia di Padova, dove ieri gli automobilisti di passaggio davanti ai resti hanno festeggiato con clacson e video ricordo), due in Piemonte (ad Asti: due uomini incappucciati sono stati ripresi dalle telecamere di sicurezza), una in Lombardia (vicino a Cremona) e due in Emilia Romagna (Reggio Emilia).
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«Sei un mito», «Facci sognare», «Continua così», scrivono i fan su internet, perché finalmente si sentono rappresentati dal qualcuno che fa giustizia e rivendica le “angherie” subite. Tradotto, Fleximan ha scoperchiato il problema autovelox, da sempre incubo degli automobilisti. D’altronde che in certe zone d’Italia il controllo elettronico della velocità sia portato all’eccesso e serva solo per far cassa facilmente è risaputo (al Passo di Giau per esempio, 300 abitanti a 2.236 metri d’altezza, il rilevatore è in un tratto in cui il limite di velocità è di 50 km orari, procura 5 mila verbali l’anno e incassa mezzo milione): a confermarlo è il Codacons che spiega come le ultime stime, secondo l’associazione dei consumatori mai smentite, registrano 11.130 mila apparecchi di rilevazione automatica della velocità lungo tutta la penisola, più di Gran Bretagna (circa 7.700), Germania (oltre 4.700), Francia (3.780). Non solo. I dati ufficiali del ministero dell’Interno evidenziano che nel 2022 le principali 20 città italiane hanno incassato un totale di 75.891.968 euro grazie alle sanzioni tramite autovelox, con una crescita del +61,7% rispetto ai 46.921.290 euro di proventi registrati dalle stesse amministrazioni comunali nel 2021, e che la città con i maggiori incassi da controlli elettronici della velocità è Firenze (23,2 milioni di euro), seguita da Milano (quasi 13 milioni), Genova (10,7 milioni) e Roma (6,1 milioni).
Fleximan continua a segare pali, gli ammiratori lo esaltano, le forze dell’ordine indagano (è stato aperto un fascicolo nei confronti di ignoti): «Il clima è davvero pericoloso e c’è una pesante escalation - ha spiegato i giorni scorsi Luigi Altamura, comandante della Municipale di Verona e nel coordinamento delle polizie locali di Anci - perché si dimentica che, in Italia, la terza causa di incidenti gravi è la velocità. Noi cerchiamo di prevenire anche con gli autovelox. Quelli che accusano i Comuni di volere fare solo cassa? Sbagliano perché gli autovelox sono installati con un decreto del prefetto che arriva solo se dimostriamo l’elevato tasso di incidentalità, in quel tratto, nel lustro precedente».
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TRE ANNI DI CARCERE
Ma cosa rischiano il supereroe o i suoi emulatori? Chi abbatte e distrugge un autovelox commette un reato di danneggiamento aggravato di un bene pubblico, situato in luogo pubblico o aperto al pubblico e il codice penale prevede la pena della reclusione da sei mesi a tre anni, ma c’è anche un’interpretazione più soft (e meno accreditata) secondo la quale potrebbe esserci solo un illecito amministrativo con un’ammenda da 42 a 173 euro.
Certo, Fleximen è un supereroe e mica un fesso, figuriamoci se si farà beccare, ripetono i fan esaltati mentre lo immaginano in azione. Ma non sanno, forse, che ora rischiano grosso anche loro visto che potrebbero essere accusati di apologia di reato come ha ipotizzato ieri, a Treviso, il procuratore della Repubblica Marco Martani -, e in caso di condanna andrebbero incontro a una reclusione da uno a cinque anni. Già, perché quel furbacchione di Fleximen si nasconde dietro una maschera e una tutina attillata, mentre i suoi seguaci lo glorificano senza pudore. Anzi, si firmano pure con nome e cognome.