Walter Biot, vendeva segreti ai russi: condannato a 20 anni
È stato condannato a 20 anni l'ufficiale di Marina Walter Biot, arrestato nel marzo del 2021 in un parcheggio di un centro commerciale a Roma, mentre era intento a cedere notizie coperte da segreto a funzionari dell'ambasciata russa in cambio di 5mila euro. Lo ha deciso la Corte d'Assise della Capitale, mentre i pm avevano chiesto 18 anni. Nel processo - che si è svolto a porte chiuse - la pubblica accusa ha contestato a Biot le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete, e corruzione. Tra le parti civili in questo procedimento anche la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Difesa, che ora dovranno essere risarciti.
Il capitano di fregata era già stato condannato in primo grado dal tribunale militare a una pena di 30 anni di carcere, con l'accusa di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all'estero di notizie non segrete né riservate. Per il tribunale, "le complessive risultanze processuali acquisite non lasciano residuare dubbi in merito alla natura di segreto militare delle notizie che ne sono oggetto e, dunque, alla loro inerenza alla preparazione, forza difesa dello Stato". In quel caso, la pubblica accusa aveva chiesto invece la pena dell'ergastolo. Ora Biot, che è detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, è sotto processo davanti ai giudici militari d'Appello.
La sentenza del tribunale militare: 30 anni a Biot, cosa ha detto ai russi