Grand Hotel Imperial, un caso a Levico: addio al rifugio di Sissi
Passeggiando lungo i viali e tra gli alberi del parco, tra le aiuole del giardino, si poteva cedere all’illusione di veder apparire, da una svolta del sentiero o china su un cespuglio, l’esile figura dell’imperatrice. Di lei, di Sissi, il cui mito non teme il passare del tempo e sembra non sbiadire mai.
E Sissi, che del viaggio aveva fatto una delle sue ragioni di vita, per non dire una delle sue ossessioni, era stata anche qui, lungo le sponde del lago di Levico, incantevole angolo del Trentino che ai suoi tempi faceva parte del suo impero, quello austro-ungarico. O meglio, dell’impero del marito, Francesco Giuseppe; quel matrimonio l’aveva destinata dunque a diventare una protagonista della Storia e poi di essere consegnata al mito.
Sissi, quando andava a Levico – ci andava spesso e per lunghi periodi- alloggiava in hotel, un elegante edificio che poi diventerà il Grand Hotel Imperial, il lussuoso albergo in stile Art Nouveau costruito sulle sponde del lago e che oltre un secolo ha rappresentato lusso, storia, bellezza, natura. E cura, grazie alla sua sorgente termale. Tutto in nome di Sissi, anche se lei era già morta, uccisa in un attentato nel 1898. Ma la forza del suo fascino oltrepassava anche i confini della vita.
Lo splendore del Grand Hotel è durato fino a pochi giorni fa, perché adesso il Grand Hotel ha chiuso i battenti. Ha dovuto cedere alla grave crisi che lo assediava da diversi anni, così Fidelity Italia srl, gruppo creato dalla tedesca Solutions Holding GmbH, che gestiva l’albergo di proprietà di Patrimonio del Trentino, ha deciso la chiusura e il conseguente licenziamento di 32 lavoratori. Sono in corso le trattative per una possibile nuova gestione dell’intera struttura – per un costo che si aggira sui 10 milioni di euro- ma i tempi non sembrano brevi.
Non può essere la fine di una storia che è insieme progetto, business, patrimonio di tradizioni e favola. Nel 1895 Julius Adrian Pollacsek fonda la società Levico-Vetriolo Heilquellen Gesellschaft per gestire la sua sorgente curativa e nel 1898, dopo aver acquistato quasi trenta acri di terra, progetta il Grand Hotel e un edificio termale. Dopo otto mesi, nell’estate del 1899 i lavori sono conclusi. È pronto anche il grande parco, creato da Georg Ziehl, che poi entrerà a far parte della lista dei Grandi Giardini Italiani.
L’imperatrice Elisabetta arriva a Levico per curare una forte anemia. Il luogo la rapisce e ne fa uno dei suoi (numerosi) rifugi, lontano da Vienna, dalla corte imperiale, dai fasti e dai dolori di una esistenza che finiscono per angosciarla, spaventarla, renderla sempre più estranea. A Levico, con la vista delle montagne, nelle stanze finemente decorate e comode, prova un sollievo ristoratore, si sente finalmente in pace con se stessa e con il mondo chela circonda. E poco importa che quel sollievo duri qualche giorno, o qualche settimana. Tanto le basta per rimpiangerlo, quando ne è lontana.
Altri membri della vasta famiglia degli Asburgo si fanno attrarre da Levico e dalle sue proprietà terapeutiche, e così accadrà per numerosi esponenti del bel mondo europeo, che ovviamente sceglieranno di alloggiare nel nuovo Grand Hotel. La prima guerra mondiale colpisce anche il Grand Hotel ma il comune di Levico rileva l’amministrazione dell’edificio e lo restaura nel 1930. Scoppia la seconda guerra mondiale e l’hotel viene tristemente riconvertito in base militare tedesca. Nel dopoguerra l’hotel torna a far parte della proprietà della regione Trentino-Alto Adige. La storia continua con una serie di crisi e rinascite. Fino al 7 gennaio 2024, quando le porte sembrano essersi chiuse davvero su una storia più che centenaria e sulla favola bella e triste di Sissi che qui trovava pace e benessere. O forse, il lieto fine, previsto per ogni favola che si rispetti, deve essere ancora scritto.