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App di incontri, hanno ucciso il latin lover: ecco i numeri choc

Giordano Tedoldi
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Con la ormai dilagante diffusione delle app di incontri, svanisce quel che restava (spettrali presenze e reminiscenze cinematografiche, più che altro) del mito nostrano, esportato in tutto il mondo come gli spaghetti e la pizza, del latin lover. In Europa, dopo Germania, Francia e Spagna, siamo i più accaniti utilizzatori delle app di dating, con al primo posto Badoo, seguita da Tinder. Dunque, anche gli italiani hanno messo al bando anacronistici e lenti romanticismi e, invece di imbastire, in presenza, soavi, appassionate, insistenti, machiavelliche e talvolta diaboliche strategie per sedurre l’oggetto dei loro desideri, semplicemente scaricano una delle tante app di “dating” disponibili – ce ne sono per tutti i gusti, con una copertura di pressoché tutti gli orientamenti sessuali, anche se nell’erotismo le tendenze sono talmente tante che molte altre potrebbero nascere – e tutta la trafila del corteggiamento viene sostanzialmente vaporizzata: si va subito al dunque, ché oggi nessuno ha tempo da perdere: “andare, camminare, lavorare” diceva Piero Ciampi, e adesso potremmo aggiungere anche “copulare”.

I dati sono incontestabili: il report annuale di Tinder (un colosso da 170 milioni di utenti in 140 paesi, con entrate che nel 2023 hanno superato i 2 miliardi di dollari. In Italia conta circa 235mila utenti, in prevalenza maschi) ci informa che, prevedibilmente, le città dove avvengono più frequentemente gli incontri mediante app sono, in ordine, Milano (per il secondo anno consecutivo), Roma, Firenze, Napoli e Bologna. Considerando anche “l’indotto”, nel 2023 il giro d’affari complessivo del dating è stato di 16 miliardi di euro. Numeri che ci illuminano su un fatto assai interessante: quelle modalità che prima abbiamo definito romantiche e lente, proprie del corteggiamento pre-digitale, sono state in qualche modo trasferite nel nuovo universo tecnologico.

 

 

 

Secondo il rapporto, infatti, molti utenti usano le app di incontri più che altro per arricchire la loro vita, evidentemente alquanto noiosa, per vivere delle esperienze nuove ed eventualmente trasgressive, proprio come i playboy da tempo defunti, che, certo, davano il giusto valore all’esito conclusivo delle loro manovre di conquista, ma perlopiù sembravano gustare soprattutto la partita a scacchi del corteggiamento, e, tanto più abile e sfuggente era l’avversario, tanto più la consacrazione carnale, il pervenire al talamo, ne erano impreziositi.

Così, oggi, soprattutto tra i più giovani, l’app di incontri è soprattutto un mezzo per esprimere il proprio essere N.A.T.O. (la geopolitica per fortuna non c’entra niente, è l’acronimo di Not attached to the outcome, non interessato al risultato finale), oppure a fare Dating for the plot, incontrarsi per la trama, per il gusto dell’intrigo e dell’avventura, senza necessariamente finire a letto, o comunque non prioritariamente. In un certo senso, è come se tutti quei valori, oggi impresentabili, dell’epoca dei Don Giovanni, dei Casanova, dei Valmont (per mischiare personaggi reali e letterari, ma anche questi ispirati evidentemente a figure storicamente esistite), e quindi una certa irresponsabilità libertina, un gusto per l’avventura erotica senza tante complicanze né mettendo in conto progetti definiti o connubi stabili, si fossero reincarnati nelle app di dating e nella massa sempre crescente di utenti, tutti ormai allegramente consapevoli, con sempre meno reticenze e remore, della bellezza dell’erotismo, della sessualità, e dell’incontrare sconosciuti.

 

 

 

Quindi, sì, un addio al latin lover di un tempo, quello che studiava le mosse della sua bella e le faceva le poste (del resto, con quei metodi sfacciatamente antidiluviani, oggi verrebbe immediatamente segnalato per stalking) per poi corteggiarla con pretesti più o meno fantasiosi, prolungando così il soddisfacimento del desiderio, il che, com’è noto, lo intensifica allo spasimo. Tutto questo oggi, in effetti, non si è del tutto perduto, ma si è spostato: ora si chiama sexting (cosa di più procrastinante che titillarsi via smartphone restando, così, sempre sul piano della smania stimolata ma concretamente inappagata?), e anche le modalità di incontro citate sopra, divenute così di moda, indicano che è finita l’epoca iniziale delle app di dating, quando l’intento era soprattutto quello di trovare un partner con cui fare, e in fretta, sesso. Insomma, morto un latin lover, se ne fa un altro, digitale.

 

 

 

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