Per il sindaco Gualtieri a Roma il problema è Airbnb
Tra meno di un anno a Roma inizierà il Giubileo, ma il piano del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, per rendere la città ciò che non è più da decenni, ossia vivibile, è tutto racchiuso in una serie di bei rendering ideati per rassicurare un perplesso Papa Francesco e presentati alla stampa come fossero progetti in grado di cambiare il volto dell’Urbe. L'essenza dei voli pindarici del primo cittadino è racchiusa in una definizione, quella sfoggiata in una lunga intervista ad Avvenire. Gualtieri dice di essere certo di poter far trovare Roma più «bella» grazie ai 184 interventi in programma.
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Cioè il grande piano politico del sindaco Pd non sarebbe mica quello di rendere funzionale, sicura, pulita, ordinata, collegata e moderna una città sommersa dalla spazzatura, incapace di attrarre qualsiasi investimento o di realizzare qualsiasi grande opera (del resto, rischierebbe di diventare una tendopoli come la Stazione Termini), invasa da topi e cinghiali, bloccata da cantieri che impiegano 12 anni per finire una fermata del metrò, idolatrata solo dai violenti in giro con l’ascia, dai gruppi mafiosi che spadroneggiano un litorale che nemmeno i romani frequentano più e dalle gang di borseggiatrici rom. No, l’idea geniale di Gualtieri è quella di puntare a rendere «bella» la città più bella del mondo. Come?
Rielaborando a suo modo il concetto di villaggio Potemkin: passando un po’ di fondotinta sui crateri per le strade, sostituendo due semafori con le rotatorie e spazzando montagne di polvere sotto i tappeti per qualche tempo in attesa che l’Anno Santo finisca. Quando gli viene chiesto se gli capiti mai di sentirsi impotente rispetto all’amministrazione di una realtà così grande, Gualtieri risponde: «Ci sono tante cose che il sindaco di Roma non può fare. Per esempio la regolamentazione degli Airbnb per limitarne l’ipertrofia e favorire la residenzialità nei quartieri centrali: i miei colleghi di New York e di Parigi possono farlo. Qui no, serve una legge del Parlamento». Ma tu pensa che sciagura. Ecco perché Roma non è Parigi e non è New York. Perché lì si possono regolamentare gli Airbnb in un battibaleno. Se solo si potesse fare lo stesso anche da noi, l’Urbe diventerebbe il paese dei balocchi. A Gualtieri non manca il potere, manca il contatto con la realtà. È come Virginia Raggi, ma con un ufficio stampa migliore.
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