Natale, la scandalosa novità che ci salva dal buonismo ipocrita e moralista
Abbiamo più volte messo in evidenza su queste pagine i cortocircuiti che genera il progressismo woke. Sotto l’idea di includere e promuovere la diversità, esso finisce quasi sempre per escludere e impoverire la realtà di quella intrinseca molteplicità di sensi e significati che la rende viva e aperta al nuovo. Poco si è però forse riflettuto su un altro aspetto non secondario del “politicamente corretto”, vale a dire l’idea di regolare il mondo e imporre a tutti un’idea di bene astratta e insincera. In altre parole, molte delle manifestazioni della cultura mainstream sollecitano negli individui non la morale e la bontà ma il moralismo e il buonismo, che sono il perfetto contrario. E che contribuiscono ancor più a impoverire la nostra sensibilità, portandoci a non vedere le mille sfumature e i chiaroscuri di cui è fatto il mondo. Assunto in maniera semplicistica e superficiale, è naturale che quel bene sia poi facilmente strumentalizzabile da chi è pronto a lucrare sudi esso per il proprio vantaggio personale.
È una fenomenologia da manuale, si potrebbe dire. La abbiama vista in questi giorni all’opera col caso di Chiara Ferragni, su cui non era difficile aprire gli occhi a tempo dovuto. Ma in verità è tutto il mondo della beneficenza e delle buone azioni a generare business spaventosi o a fungere, nel migliore dei casi, da operazioni di marketing per chi le compie. Salvo poi passare in men che non si dica dalla “santificazione” alla “dannazione”, e quindi alla distruzione degli “eroi del bene” artificiosamente creati, al momento del disvelarsi di quella che pure sarebbe stata una verità facilmente intuibile ad occhi accorti.
CULTURA DA CANCELLARE?
Una buona regola sarebbe quella di diffidare sempre dei moralisti, ma chi ci educa più al pensare articolato e dialettico che è altra cosa dalle ricette preconfezionate e corrette che ci vengono ogni giorno propinate? In quest’ottica si inserisce forse pure la cancellazione nelle élite occidentali della cultura cristiana, di cui vediamo in questi giorni natalizi non pochi esempi, come Libero ha puntualmente documentato. Il cristianesimo, che informa le nostre coscienze indipendentemente dal nostro essere credenti o meno, non ci dà certo un’immagine semplice ed edulcorata della realtà. Già l’“incarnazione” di Dio è “scandalo” agli occhi di chi è abituato ad un pensiero semplicistico e banale. Così come è mal tollerata, in una cultura che tende al conformismo, l’idea, che pure trasmette il Natale, che l’uomo, proprio come Dio, ha la possibilità in ogni momento di far nascere il nuovo, l’imprevedibile, ciò che rompe con gli assetti consolidati.
Anche l’idea del bene che trasmette il Cristo è ben diversa dal buonismo a buon mercato oggi in voga: egli ci ricorda sempre che la beneficenza la si fa, ma non la si spiattella in pubblico; è un affare privato, di coscienza. E di essa non bisogna vantarsi, pretendendo di porgersi al di sopra della comune umanità. La predicazione conto i farisei, ovvero contro l’ipocrisia e la falsità, pervade tante pagine del Vangelo. E non fu Gesù a scacciare i mercanti dal tempio?
PENSIERO BINARIO
Si potrebbe continuare all’infinito, ma quel che si vuol dire è che la negazione del cristianesimo, e della nostra cultura occidentale in generale, ci rende tutti poco alla volta più stupidi, capaci al massimo di un pensiero binario quale è quello dei computer. Se viene meno la nostra capacità di pensare e riflettere in maniera non banale, viene meno anche la nostra libertà, ovvero perdiamo quegli anticorpi che ci permettono di non essere facilmente preda dei tanti poteri che vogliono assoggettarci. Un motivo in più per festeggiare e onorare il Santo Natale.