Parabiago, marocchino brucia il presepe: "La dovete pagare"
“La dovete pagare” avrebbe gridato il marocchino quando i Carabinieri lo hanno fermato per le fiamme divampate nella chiesa di Villastanza, frazione di Parabiago, in provincia di Milano. Poi avrebbe inveito contro l'Italia e l'Occidente, mentre i vigili del fuoco di Legnano cercavano di domare il rogo. A bruciare per primo è stato il presepe, poi le fiamme si sono propagate a sedie e panche, producendo molto fumo. Terminate le operazioni di spegnimento, sono iniziate le verifiche sulla stabilità dell'edificio: il rogo ha danneggiato l'organo del Seicento che, ha denunciato il sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi, "è una memoria storica del nostro paese, un danno che è irrecuperabile". I pompieri hanno lavorato ore per spegnere l’incendio. Le fiamme hanno procurato danni notevoli alla chiesa che al momento non è agibile. Nel tardo pomeriggio, l'odore acre di bruciato era ancora avvertibile in tutta la zona e il fumo è stato visibile per ore.
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Cosa è accaduto lo raccontano le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso l'uomo - secondo il Giorno e nato in Italia e residente a Parabiago - entrare nella chiesa di Villastanza per poi vederlo appiccare il fuoco in una nicchia vicino all’altare. Lì c’era il piccolo presepe che immediatamente è stato divorato dalle fiamme che poi si sono diffuse. “Era in chiesa con un’accetta in mano e ci è rimasto per oltre 20 minuti: prima è salito dove c’è l’organo e ha spaccato le canne, poi è sceso, come se fosse intento in un rituale e ha iniziato a girare attorno all’altare, pare pronunciando frasi sconnesse, poi ha accumulato cuscini e quello che ha trovato, da un contenitore che aveva in tasca ha buttato liquido infiammabile sul presepe e gli ha dato fuoco”, racconta al Giorno chi ha visto i video delle telecamere installate tempo fa dopo i primi furti avvenuti nella stessa chiesa.
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L’uomo, che era vestito con una tunica bianca con un cappuccio, si era già fatto vedere in zona un paio di giorni prima: “Parlava da solo, imprecava proferendo parole sconnesse, minacce", spiegano i testimoni al Giorno. "Alle 13 e 15 circa è entrato al bar, con l’accetta in mano, e qui abbiamo cominciato a preoccuparci. È rimasto poco, poi è uscito e si è diretto verso la chiesa, entrando da una porta laterale”. L'incendio ha sconvolto, sdegnato e creato rabbia in città. “A nome dell'amministrazione comunale"; ha detto il sindaco Raffaele Cucchi al Giorno, "esprimo la nostra piena solidarietà e vicinanza ai cittadini di Villastanza e a tutti coloro che hanno fede e credono nella nostra religione, perché penso che un atto così grave in periodo prenatalizio sia davvero, non solo da condannare ma anche da denunciare a voce alta”.
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