Extinction Rebellion, i sospetti sul liquido per colorare l'acqua
Si chiama fluorescina sodica e normalmente viene impiegata dagli idraulici per individuare le perdite. Nel caso di cui trattiamo, invece, un gruppo di pazzi ha deciso di buttarne secchiate nelle acque dei fiumi italiani, nei Navigli di Milano e nei canali di Venezia. «Tutti gli esperti concordano, è innocua», sostengono gli attivisti di “Extinction Rebellion” in un comunicato diffuso ieri pomeriggio (sì, questa gente ha anche un ufficio stampa con cui pubblicizza i suoi reati. Evidentemente gli arresti non sono bastati a chiarire la situazione).
In realtà sul fatto che sia atossica ci sono già state in passato polemiche. A Strasburgo, per esempio, sindaco e cittadini avevano segnalato la comparsa di decine di pesci morti nel fiume Lauch dopo il blitz verde. E comunque basta dare un’occhiata alle informazioni fornite dal produttore della fluorescina per capire che non è una sostanza in cui fare il bagnetto: “Effetti irritanti. Se viene a contatto con gli occhi, sciacquare accuratamente per parecchi minuti. In caso di dubbio o se i sintomi persistono, avvisare il medico. Se ingerita, in caso di malessere contattare un medico” etc.
Un materiale sicuramente delicato da maneggiare, il che potrebbe spiegare perché, qualche mese fa, le acque di Venezia si erano già colorate di verde senza che nessuno rivendicasse l’azione. Probabilmente un esperimento per vedere l’effetto che avrebbe fatto, sia sulla fauna che sui palazzi di Venezia, senza dar troppa pubblicità alla cosa. Ieri è scattata la fase due.
LE BRAVATE - D’altra parte ormai pare una costante: i nazi-ambientalisti fanno molta fatica a valutare l’effetto delle loro imprese. Bloccano le strade per sensibilizzare gli automobilisti sui combustibili fossili. Il che dal punto di vista comunicativo ha lo stesso senso di prendere a bastonate l’interlocutore che vorreste portare dalla vostra parte. Curiosa anche l’idea stessa di creare ingorghi per abbassare lo smog. A Roma hanno gettato colorante nero nella Fontana di Trevi e nella Barcaccia. E al di là dei costi di pulizia, il Comune della capitale ha dovuto buttare migliaia di litri d’acqua sporca per rimediare alla follia. Una trovata poco brillante, per degli ecologisti.
A Milano erano convinti che la vernice utilizzata per sporcare la statua di Vittorio Emanuele in piazza del Duomo e l’Arco della Pace fosse facilmente lavabile. In realtà – anche se lo stesso sindaco Giuseppe Sala ha cercato di minimizzare – i danni non sono stati pochi, circa 60mila euro per i due blitz. E le chiazze gialle sono rimaste per mesi sul monumento al re d’Italia. Poi ci sono i 10mila euro spesi per il Corridoio Vasariano a Firenze, i 40mila per i muri di Palazzo Madama, i 5000 litri d’acqua sprecati per ripulire Palazzo Vecchio (il costo non è chiaro) e i 28mila euro buttati per riportare alle condizioni originali la statua di Laocoonte dei Musei Vaticani. Due tizi avevano deciso di incollarsi alla base dell’opera. Con effetti nefasti.
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Visti i precedenti, quindi, si può tranimmaginare la culi esaltati di “Extincn” devono aver vautato nei minimi dettagli l’impatto della loro ultima azione, dal Canal Grande ai Navigli.
TIRATI A SORTE - Ma non è finita qui. I nostri ultrà ecologisti hanno un lungo piano per la conquista del potere: vogliono rivoltare la società come un calzino. Leggere il loro programma può essere molto utile per capire esattamente chi ci troviamo di fronte: «Chiediamo la creazione di assemblee dei cittadini che siano adatte a questo nuovo cambiamento di regime. Si tratta di rivoluzionare l’approccio alla gestione della vita collettiva che superi le mancanze e i fallimenti della democrazia rappresentativa». E quindi chi decide? Chi ci salverà la pelle?
«Mancando il tempo di sostituire direttamente i governi e parlamenti del sistema attuale, si propone l’affiancamento».
Ricorda molto il modello dei Soviet, ma è meglio non rivangare. Limitiamoci a qualche domanda semplice: le elezioni di questi nuovi comitati come si fanno? «I membri delle assemblee cittadine saranno tirati a sorte tra tutti gli strati sociali e le origini etniche, culturali, di genere, etc. in tutta la popolazione, tra tutti quelli che vorranno partecipare. Dovranno deliberare sulla base delle migliori evidenze scientifiche».
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