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Ultima Generazione, arresti convalidati: cosa rischiano adesso

Alessandro Gonzato
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Ai dodici attivisti di Ultima Generazione che lunedì avevano bloccato il tratto autostradale tra Roma e Civitavecchia è stato imposto l’obbligo di dimora. Intanto non potranno allontanarsi dal Comune di residenza. Ieri sono stati processati per direttissima. È caduta l’imputazione per attentato alla sicurezza dei trasporti, ma è stata confermata quella di violenza privata. Gli eco-disturbatori avevano invaso la carreggiata, in direzione Sud, bloccando tutte le corsie e interrompendo la viabilità per circa un’ora. Si era formata una coda lunga sei chilometri. Hanno fermato macchine ma anche ambulanze, e dunque le conseguenze - già gravi - potevano essere addirittura peggiori.

L’INTERVENTO
Alcuni manifestanti si sono incollati le mani all’asfalto, e per staccarli è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. L’intervento della polizia stradale, non senza difficoltà, ha permesso agli automobilisti di rimpossessarsi delle proprie vite e ripartire. Lunedì, portati in questura, tre attivisti erano stati anche denunciati per non avere ottemperato alla misura del foglio di via obbligatorio. Tutti, invece, sono stati denunciati a piede libero per manifestazione non autorizzata. Per due giorni, da lunedì a ieri mattina, gli pseudo-ambientalisti sono rimasti in carcere a Regina Coeli, a Roma. Tra di loro non solo ventenni, ma anche persone di trenta e quarant’anni. In carcere, martedì, hanno ricevuto la visita delle onorevoli di Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi e Francesca Ghirra, le quali hanno protestato contro il governo: «La destra non tollera il dissenso, per questo gli attivisti sono un bersaglio». E ancora: «Gli attivisti finiranno sotto processo, dopo la campagna di criminalizzazione che hanno subito».Nel canale Telegram di Ultima Generazione viaggiano messaggi di questo tenore: «Potranno arrestarci tutti, ma non cambierà il fatto che le alluvioni e la siccità non si possono mettere in carcere». Nelle stesse ore in cui ai dodici veniva imposto l’obbligo di dimora, a Bologna veniva rinviato al 18 gennaio il processo di altri tre attivisti di Ultima Generazione, Ettore, Silvia, Aurora, che il 2 novembre hanno bloccato la tangenziale tra le uscite Fiera e via Stalingrado in direzione Casalecchio. La difesa ha chiesto il rito abbreviato.

 



«IL POTERE SIAMO NOI» Fuori dal tribunale, ad aspettare i tre, c’erano alcuni compagni. I quali, davanti alla polizia, hanno rovesciato delle taniche di fango. Per i tre, intanto, resta l’obbligo di firma. Inizialmente a due di loro era stato imposto l’obbligo di dimora, come ai colleghi dell’autostrada. Nel frattempo, al grido di “Il potere siamo noi”, gli attivisti di Ultima Generazione preparano l’adunata del 16 dicembre a Roma. 

 

 

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