Ultima generazione, dichiarazione di guerra: 16 dicembre, il loro piano
Chiagni e blocca il traffico. Ferma un’autostrada e finisci in tribunale. Piangono, gli attivisti-perdigiorno di Ultima Generazione. Oggi dodici di loro, dodici come l’Autostrada A12 che hanno paralizzato lunedì, vengono processati per direttissima. Per mezz’ora i talebani del clima hanno invaso la carreggiata tra Roma e Civitavecchia, e a Civitavecchia ora vengono giudicati in tribunale. Ma i giovani perditempo non ci stanno, no. Protestano, strepitano, e se la prendono con la Meloni: «È ignobile che questo governo scelga di chiudere in carcere delle persone che, attraverso il sacrosanto diritto costituzionale di manifestare, chiedono sicurezza e prevenzione perla più grande crisi dei nostri tempi», ma non si riferiscono alla nascita di Ultima Generazione.
COMPLOTTISMO
«La gravità e l’urgenza della crisi eco-climatica», prosegue il messaggio inviato alle agenzie di stampa, «vengono continuamente occultate da uno status-quo mediatico, politico ed economico a cui conviene nascondere la situazione». Gli pseudo-ambientalisti scrivono che la loro è stata «un’azione di disobbedienza civile non violenta». Dei novelli Gandhi. «Dopo pochi istanti», puntualizzano, «un automobilista ha consapevolmente investito un manifestante. Arrivata la polizia i manifestanti sono stati portati in questura». E cos’altro dovevano fare i poliziotti di fronte a un drappello di ragazzotti eccitati che hanno fermato macchine, camion, che si sono incollati le mani all’asfalto e che hanno provocato gli automobilisti? Alcuni malcapitati, esasperati, sono scesi e hanno spostato gli esagitati. Questi hanno strillato come se fossero stati presi a bastonate. E se doveva passare un’ambulanza? Amen.
«Alle 20 di ieri (lunedì, ndr)», lamenta Ultima Generazione, «è arrivata la notizia che Riccardo, Azaria, Leonardo, Beatrice, Nerè, Giordano, Mattia, Filippo, Emma, Massimiliano, Simone e Filippo sono stati prelevati e rinchiusi in diverse carceri di Roma. Dopo due notti passate dietro le sbarre verranno processati per direttissima a Civitavecchia». È un’escalation, un climax ascendente che porta al nirvana dell’eco-delirio: «Il restringimento dello spazio di protesta tocca chiunque chieda che lo Stato garantisca i suoi diritti: lavoratori che perdono il posto (forse perché arrivano in ritardo per colpa dei blocchi? ndr), studenti che non hanno i soldi per pagare l’affitto (e magari al posto di lavorare bloccano il traffico, ndr), medici o ferrovieri che scioperano affinché il governo investa in sanità e sicurezza, alluvionati che dopo un anno e mezzo sono ancora senza casa, come nelle Marche, e che va a manifestare la sua rabbia nella piazza cittadina». Il centrodestra è al governo da quattordici mesi ed è responsabile dell’Apocalisse. Andiamo avanti. Il canale Telegram di Ultima Generazione ribolle: «Ci sono molte persone che ci supportano a parole, e altre che vorrebbero ammazzarci». Ma dai! Che poi, “molte persone” al limite li sopportano, altro che supportano. È l’apoteosi dell’eco-vittimismo.
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CHIAMATA ALLE ARMI
Rilanciano, i giovani: «So stenere la resistenza civile soltanto a parole non è più sufficiente, è ora di riprenderci le strade». È una chia mata alle armi. Le brigate eco-svalvolate. Ultima Gene razione suona la carica: «Il 16 dicembre saremo a Roma per un’azione collettiva, partecipata e rumorosa che chiamerà a raccolta le perso ne indignate per le ingiusti zie di cui il governo è colpe vole e che sognano un mondo diverso». In molti sogna no un mondo senza Ultima Generazione.
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