Cervinia, procedura avviata: ribaltone per mantenere il nome, cosa accadrà
Cervinia cambia nome, cancella quello "d'epoca fascista" e diventa Le Breuil. Un caso politico clamoroso, che fa gridare alla "cancel culture" e che preoccupa anche il settore turistico, dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè in giù.
Una valanga di proteste che ha indotto infine la Regione Valle d'Aosta a una tragicomica retromarcia nel giro di poche ore. "Sono state avviate le procedure per ripristinare il nome di Breuil-Cervinia", ha annunciato all'agenzia Ansa la sindaca di Valtournenche, Elisa Cicco. Decisiva, come detto, la reazione furiosa della politica romana e degli stessi soggetti valdostani, che ha indotto la sindaca ad organizzare una riunione d'urgenza con il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin.
"Non appena ufficializzato da parte della Regione il cambio di denominazione della località di Breuil-Cervinia in Le Breuil ci siamo immediatamente attivati affinché venga ripristinata quanto prima la denominazione Breuil-Cervinia. Questo poiché il cambio in Le Breuil, approvato nella passata consiliatura di cui non facevo parte, avrebbe delle ripercussioni immediate e negative sia a livello di incombenze burocratiche e amministrative a carico dei nostri concittadini e delle nostre imprese sia a livello d'immagine", aveva denunciato il vicesindaco di Valtournenche Massimo Chatrian, responsabile Enti locali di Forza Italia Valle d'Aosta).
"La nostra località - proseguiva Chatrian - era ed è tuttora riconosciuta e apprezzata a livello nazionale e internazionale come Breuil-Cervinia. Motivo per cui occorre trovare la soluzione tecnico-amministrativa più idonea per preservare la denominazione Breuil-Cervinia, divenuta ormai un'icona immediatamente riconoscibile dal grande pubblico e patrimonio immateriale di tutta la Valle d'Aosta".
"Immaginatevi che da domani al bar o al ristorante dicessimo: mi dà una Pemberton's French Wine Coca, no perché è così che dovremmo chiamare la Coca Cola secondo la follia promossa dalla Regione Valle d'Aosta - aveva ironizzato (ma non troppo) la ministra Santanchè -. Cambiare il nome a Cervinia, una delle località sciistiche più rinomate al mondo e simbolo dell'Italia è folle, dal punto di vista turistico ed economico, e farlo perché il nome risale al ventennio fascista è una cosa incommentabile. Vi immaginate possibile che la Svizzera cambi il nome a Saint Moritz perché è cattolico? Ecco le follie del politicamente corretto arrivano a questo; diciamo che non è una grande idea e dalla quale mi auguro si possa tornare indietro".
Il "no" alla cancel culture è arrivato anche da Alessandro Amorese, deputato di Fratelli d'Italia: "Siamo davanti a una sciagurata decisione: il paese di Cervinia pare stia per cambiare nome. Tutto ciò nella rima di una cancel culture che ci opprime, che ci vuole sottomettere culturalmente". "In teoria, dopo quasi 90 anni, Cervinia si dovrebbe ridenominare solamente con il nome di Le Breuil, il che in francese, tra l'altro, significa 'la palude'- aggiunge Amorese-. Non sono contenti i cittadini, non sono contenti i turisti, sarebbe un danno incalcolabile in termini economici, appunto, turistici, d'immagine di un'eccellenza e di un patrimonio immateriale di tutta la Val d'Aosta, ma, in realtà, di tutto il nostro sistema turistico e montano nazionale".
La protesta non monta solo dal centrodestra. Su change.org sono state già lanciate diverse petizioni contro la decisione e crescono le adesioni. La campagna "Mantenere il nome Breuil-Cervinia invariato" è stata promossa ieri contro un cambiamento che, si sottolinea, "potrebbe causare danni economici, turistici e all'immagine di un brand noto in tutto il mondo" e ha già raggiunto oltre 1.300 firme. Altre due raccolte firme sono spuntate oggi "Non cancellate Cervinia!" e "Salviamo il nome di Cervinia".