Kimberly Bonvissuto ritrovata: "Sta bene, ma..."
E' viva, è in Italia e sta bene, Kimberly Bonvissuto. La 20enne scomparsa da Busto Arsizio (in provincia di Varese) lunedì scorso è stata ritrovata, anche se non è ancora tornata a casa.
"All'esito delle indagini finora svolte e sulla base degli elementi verificati l'allontanamento di Kimberly è da ritenersi volontario e non causato da intimidazioni o minacce. Per quanto constatato, almeno sino a qualche giorno fa, la ragazza è in territorio italiano e in buone condizioni di salute. La famiglia è stata informata di questi attuali sviluppi", recita una nota del procuratore di Busto Arsizio, Carlo Nocerino.
Nelle ultime ore la famiglia aveva sottolineato come mai in passato ci fossero stati segnali di insofferenza da parte della ragazza, che aveva frequentato l'Istituto alberghiero prima di dedicarsi a qualche lavoretto saltuario in attesa di una occupazione stabile. Prima di uscire e non tornare più, Kimberly aveva detto alla madre (il padre vive a Gela, in Sicilia) che si sarebbe vista con sua cugina.
Una "copertura", perché in realtà la ragazza aveva un appuntamento con un ragazzo. Poche ore dopo, Kimberly ha chiamato la madre dicendole che sarebbe rimasta fuori per cena e che avrebbe rincasato per le 22. Solo dopo il mancato ritorno, la cugina ha svelato l'accordo con la Bonvissuto.
C'era poi il giallo del cellulare, spento da lunedì, che faceva temere il peggio. Anche perché la 20enne non aveva con sé né un bagaglio né vestiti di ricambio. Era uscita di casa con una tuta grigia, giubbotto Colmar, scarpe nere. "Kimberly, ti prego, se mi stai ascoltando, accendi il telefono. Chiamaci, facci sapere che stai bene. Stiamo morendo. Qualunque cosa sia successa l’affronteremo e la supereremo insieme. Ma, ti prego, facci sapere come stai: torna a casa", le strazianti parole del padre. Proprio attraverso le celle agganciate dal telefonino, gli inquirenti sarebbero riusciti a localizzarne la posizione.