Filippo Turetta, le voci dal carcere: in cella non sarà solo, ecco perché
Filippo Turetta ha lasciato l’aeroporto di Venezia dove è atterrato a bordo dell'aereo militare Falcon 900Ex partito da Francoforte ed è stato fatto salire su una automobile, una Lancia Delta con i vetri oscurati, scortato da tre macchine dei carabinieri. Il giovane di 22 anni, accusato dell’omicidio volontario aggravato e sequestro di Giulia Cecchettin, è atteso nel carcere di Verona dove, a differenza di quanto comunicato in precedenza, andrà in una cella doppia.
La decisione - secondo quanto apprende LaPresse - è stata presa per evitare gesti autolesionistici da parte di Filippo. Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, rimarrà in infermeria per tre - quattro giorni e sarà poi portato nel reparto protetti.
Filippo Turetta, che all'arrivo indossava una tuta e scarpe da ginnastica e giubbotto blu, "non ha detto una sola parola" durante il volo che da Francoforte lo ha portato a Venezia. "Sguardo basso, silenzioso, rassegnato quasi disinteressato, non ha né pianto, né si è mostrato nervoso". Viene descritto così, da chi era sullo stesso volo, il giovane rientrato su un volo militare in Italia.
La polizia tedesca ha "consegnato" Filippo Turetta alle forze di polizia italiane ammanettato alle mani e ai piedi per motivi di sicurezza.
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Turetta, accusato dell’omicidio volontario dell’ex fidanzata, aggravato dal vincolo del legame affettivo, potrebbe veder cambiare il campo d’imputazione nei suoi confronti già prima dell’interrogatorio di garanzia, non ancora fissato, davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo.
Il pm veneto Andrea Petroni potrebbe contestare, infatti, oltre l’omicidio e il sequestro di persona, anche l’occultamento di cadavere per aver caricato in auto la studentessa, aver percorso oltre 100 chilometri e quindi essersi sbarazzato del cadavere gettandola in un dirupo vicino al lago di Barcis. Ma anche la premeditazione e la crudeltà.