Non una di meno, in piazza anche per il ponte sullo Stretto: l'ultimo delirio
"Non possiamo non citare il ponte sullo Stretto, che occupa un posto d’onore tra le grandi opere, essendo di fatto oltre che un affare economico-politico, anche un grande specchio per le allodole": lo scrivono le femministe del movimento "Non una di meno" nel manifesto di presentazione della manifestazione del 25 novembre a Roma. Oggi si celebra la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, ma a quanto pare non è questo l'unico motivo per cui le transfemministe scenderanno in piazza. Il movimento, infatti, protesterà anche per l'opera cara a Matteo Salvini: "Non solo la propaganda e il tentativo di arginarla fagocitano completamente il discorso e le energie impedendo di fatto di pensare a problemi più urgenti - scrivono le transfemministe - ma, ancor di più, i fautori del Mostro sostengono, da un lato che sarà il volano per tutti gli altri interventi e, dall’altro, che se ci fosse il ponte tutti i problemi sarebbero già risolti, tra cui il calo demografico e lo svuotamento dell’Italia tutta".
In un altro passaggio, il movimento cerca di spiegare cosa c'entri il ponte con la loro lotta: "Vogliamo costruire un mondo diverso, contrario alla logica patriarcale e capitalista del conquista e distruggi. Questa spasmodica ricerca di dominio per darsi l’illusione di essere forti. Dominare corpi. Dominare terre. Ed è per questo che la lotta transfemminista intersezionale si intreccia con la lotta ecologista, con la difesa dei territori". E ancora: "I nostri territori e chi li abitano contano davvero così poco che la prevenzione dei terremoti, degli incendi e del dissesto idrogeologico - insomma, la cura minima del territorio - possiamo averli solo se funzionali a megacostruzioni di interessi miliardari?".
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Il ponte, comunque, non è l'unico elemento bizzarro presente nell'appello delle transfemministe: compaiono anche Palestina libera e Reddito di cittadinanza. "Lo stato Italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo e schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo Palestinese", si legge nel testo. Infine, l'attacco all'esecutivo per l'eliminazione del sussidio grillino: "Questo attacco sempre più feroce all’autodeterminazione di donne, persone non binarie e LGBTQIAPK, con disabilità, migranti e seconde generazioni, sex workers e alle persone povere, si esprime anche nella recente ma non meno importante cancellazione del reddito di cittadinanza e l’affossamento del – seppur pallido e del tutto insufficiente – tentativo di fissare un tetto per il salario minimo".
Qui il testo di "Non una di meno"
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