Filippo Turetta, la confessione: "Volevo ammazzarmi, non ho avuto il coraggio"
"Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita". Lo avrebbe confessato Filippo Turetta, accusato di aver ucciso Giulia Cecchettin, come emerge dal verbale di interrogatorio alle autorità tedesche. La prima cosa che il 22enne avrebbe ammesso davanti agli investigatori, insomma, sarebbe stata quella di aver "ammazzato la mia fidanzata". Poi il tentativo "di farla finita ma non ho avuto il coraggio".
Al momento dell'arresto, Turetta sarebbe stato trovato con i vestiti sporchi di sangue, con ferite alle mani e alle caviglie. Addosso un coltello, un guanto, il telefono cellulare, una scheda bancomat prepagata e 200 euro in contanti. Questo quanto riportato nel verbale della polizia tedesca redatto al momento dell'arresto del 22enne. Il coltello ora dovrà essere analizzato per capire se è quello usato contro la studentessa.
Intanto, la procura di Venezia, dopo l'autopsia sul corpo della Cecchettin, potrebbe inserire l'aggravante della crudeltà nel capo d'accusa contestato a Filippo Turetta. Lo apprende l'agenzia LaPresse da fonti giudiziarie. Anche se non dovesse configurarsi l'aggravante della premeditazione, dunque, potrebbe esserci quella specifica della crudeltà, per le modalità con cui sarebbe stata uccisa Giulia e per come il presunto assassino avrebbe infierito sulla ragazza. La 22enne, infatti, sarebbe morta dopo una lunga agonia.