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Giulia Cecchettin, il coltello trovato vicino casa: come l'ha uccisa Turetta

Roberto Tortora
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Il caso dell’assassinio di Giulia Cecchettin da parte del suo ex-fidanzato, Filippo Turetta, si contorna di particolari sempre più agghiaccianti. Da quel che emerge dalle indagini fin qui condotte dagli inquirenti, infatti, le prime coltellate ricevute dalla ragazza potrebbero esserle state inferte ad una cinquantina di metri appena dalla sua casa. Secondo l’AGI la gip di Venezia, Benedetta Vitolo, avrebbe scritto nell’ordinanza di custodia cautelare per Turetta che la ragazza sarebbe stata zittita con lo scotch per non far sentire le sue grida d’aiuto. E non è finita qui, perché a Vigonovo, comune di residenza della famiglia Cecchettin, è stato ritrovato un coltello nel parcheggio davanti alla loro casa. Uno di quei coltelli da cucina, con una lama spezzata di 21 centimetri, su cui ora verranno eseguiti degli esami da parte dei Ris, visto che all’apparenza sembrava pulito. 

Per terra, invece, sono ancora presenti varie macchie di sangue sulle mattonelle di cemento: due sul lato del passeggero, a pochi centimetri dal cordolo che delimita il park, in più il segno della suola di una scarpa; e poi altre sull’asfalto della strada. È il momento in cui un vicino l’ha sentita gridare, purtroppo senza riconoscerla: “Smettila, così mi fai male”. Una coincidenza che potrebbe aggravare la posizione del ragazzo, ora in carcere in Germania e in attesa di essere estradato in Italia. Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, afferma: “Quando Filippo tornerà in Italia dal carcere di Halle? Ci potrebbero volere una decina di giorni”. L’ordinanza di arresto italiana del 15 novembre, tramutata in un mandato di cattura europeo, era stato stilato per tentato omicidio, quando ancora il cadavere di Giulia non era stato ritrovato. Ora, perciò, serve un’integrazione con la nuova accusa di omicidio da trasmettere in Germania. Solo allora Filippo Turetta tornerà in Italia e comincerà a fare davvero i conti con la giustizia. Quelli con la sua coscienza, si spera, dovrebbe averli già cominciati.

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