Giulia Cecchettin, dove la stanno cercando. Il fidanzato indagato
Filippo Turetta, scomparso da sabato insieme alla ex fidanzata Giulia Cecchettin, è indagato per tentato omicidio. La procura di Venezia ha disposto l'iscrizione del 22enne nel registro degli indagati "in relazione al reato di tentato omicidio anche a sua garanzia al fine di consentire le necessarie attività irripetibili", sottolinea la procura. "Non può certo sparire nel nulla". Il legale della famiglia di Giulia Cecchettin, la 22enne scomparsa assieme all'ex fidanzato da sabato scorso, non perde la speranza: "Sono convinto che a una soluzione si arriverà" dichiara l'avvocato Stefano Tigani puntualizzando che "evidentemente la macchina si è mossa con una certa accuratezza". "Non si riesce a capire che movimenti abbia fatto, ma non è possibile che quell'auto possa non avere lasciato tracce". Nella scomparsa dei due ventiduenni ci sono molte cose che non tornando e tra queste anche due buchi temporali nella corsa della Gran Punto nera di Filippo Turetta.
Il primo, scrive il "Gazzettino", sabato notte: perché Filippo ha impiegato venti minuti in più del necessario a percorrere il tratto tra Fossò, in provincia di Venezia e Zero branco? L'auto avrebbe percorso la strada che va da una telecamera in zona industriale a Fossò (ore 23:30) a un varco "Targasystem" a Scorzé. L'altro buco, domenica mattina: la Punto nera transita a Zero Branco, in provincia di Treviso nella notte alle 00.43, prosegue per Aviano salendo poi a Piancavallo scendendo, per una strada secondaria, al lago di Barcis e tagliando la Valcellina attraverso Claut e Cimolais. L'auto esce attraverso gli orridi del Vajont tra Erto, Casso e Cimolais. Un tragitto che normalmente si copre in tre ore e mezza. Filippo però ce ne mette cinque: l'auto viene tracciata alle 7,37 in Val di Zoldo, poi a Cortina e a Ospitale alle 9,37. Quella di domenica è l'ultima rilevazione sicura. Tra la Diga del Vajont e Pecol la Punto nera impiega due ore in più rispetto al tragitto normale. Cosa è successo in quelle due ore?
Resta un giallo anche l'autonomia possibile di Filippo: da sei giorni la sua auto vaga nel Nordest, senza mai fermarsi in qualche struttura ricettiva, fosse altro per mangiare e dormire. Quanto ancora potrà resistere al freddo, in auto? Il fatto che da giorni non risultino prelievi bancomat da parte del ragazzo stanno adombrando l'ipotesi che il suo non sia stato un raptus ma un gesto premeditato. Sono sei giorni che si cerca la su Fiat tra Veneto, Friuli, Alto Adige e Austria, ma più passa il tempo, più lo scenario si fa complicato. Anche per questo le ricerche si sono sdoppiate tra montagna e pianura sottende un'ipotesi estrema: mentre al confine con l'Austria si cerca l'auto di Filippo, lungo le rive del Brenta e del Muson si cercherebbe il corpo di Giulia. Nessuno formalizza questa direzione, ma l'analisi del sangue ritrovato nel piazzale di Vigonovo insieme a dei capelli, la lite, e il fatto che da sei giorni di Giulia si sia persa ogni traccia autorizza a non escludere l'ipotesi peggiore.