Esorcisti, boom in Italia: caccia al diavolo, ecco tutte le cifre
Appartamenti anonimi in quartieri qualsiasi di una grande città. E poi famiglie normali, scuole, corridoi di ospedali, uffici... Niente di spettrale, nessun edificio gotico o abbandonato, pochissime apparizioni choc o fenomeni straordinari, tipo teste che ruotano a 360 gradi e urla e bestemmie in lingue antichissime. Il diavolo si nasconde nei dettagli, come si è sempre detto, e soprattutto non ama mostrarsi troppo in pubblico, perché altrimenti finirebbe per dimostrare l’esistenza del Nemico, ossia di Dio. E sarebbe la sua più grande sconfitta. Lo ricordava spesso anche uno dei più famosi e amati sacerdoti esorcisti, padre Gabriele Amorth. E ora, dopo anni di silenzio, di sottovalutazione e anche di disprezzo verso il tema, si parla più apertamente della necessità, da parte della Chiesa, di incrementare la presenza di esorcisti.
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Cresce il numero dei sacerdoti esorcisti in Italia e nel mondo. O meglio, aumentano i soci dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie), unico ente riconosciuto ufficialmente dalla Santa Sede: in appena un decennio il numero è quasi quadruplicato, passando dai 250 nel 2012 ai 905 di oggi. L’Europa è il continente maggiormente rappresentato (70%), con l’Italia al primo posto (483 soci, di cui 139 ausiliari); segue il Nordamerica (13%), con Stati Uniti (62) e Messico (48); il Sudamerica (11%), guidato dal Brasile (46), e l’Asia (6%, di cui 3 in Cina e 2 a Taiwan); ancora sottodimensionata l’Africa, con 13 soci. E si sta cercando di diffondere corsi di base sul ministero dell’esorcismo in molti Paesi europei ed extraeuropei. «Gli esorcisti sono i testimoni, la voce e gli ambasciatori di Cristo e della Chiesa presso quanti soffrono a causa del maligno», ha ricordato padre Francesco Bamonte, dal 2012 alla guida dell’Aie e ora vice presidente, intervenendo a settembre al XIV Convegno internazionale dell’Aie durante il quale è stato eletto il suo successore: monsignor Karel Orlita, esorcista e canonista della Repubblica Ceca. Monsignor Orlita, in un’intervista di qualche giorno fa alla Sir, agenzia di stampa della Cei, ha spiegato che “ci sono donne e uomini di fede che subiscono un’azione che Dio permette, a volte straordinariamente, da parte del maligno. Ma ci sono anche persone che si rivolgono a noi come se fossimo i maghi buoni, i maghi cattolici. Non hanno un’idea chiara dell’esorcista, che è un sacerdote che svolge il ministero di Cristo con la licenza del vescovo. E lo aiuta con l’esorcismo nella lotta personale, contro il disturbo straordinario del maligno”.
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Una visione chiara di chi è davvero un esorcista e qual è il suo ministero, molto diversa da quella offerta da film, romanzi, inchieste sensazionalistiche. Come dimostrato anche dalla dura stroncatura espressa proprio dall’Aie nei confronti del film “L’esorcista del Papa” di Julius Avery, uscito nella primavera scorsa e ispirato proprio all’esperienza e alla vita di padre Amorth, definito un film che «stravolge e falsifica ciò che veramente si vive e si sperimenta durante l’esorcismo di persone veramente possedute che noi, esorcisti cattolici, celebriamo secondo le direttive impartite dalla Chiesa», come dichiarato in una nota ufficiale.
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A lungo, si diceva, anche nel mondo cattolico si è confinata la questione come un residuo di superstizioni medievali, o di derive ultraconservatrici. Le cose stanno cambiando, e lo dimostrano anche i molti riferimenti all’assiduo “lavoro” di Satana fatti da papa Francesco, al moltiplicarsi di richieste di presenze qualificate e quindi di corsi di formazione dei futuri esorcisti e di incontri per far conoscere i rituali e le “armi” messe in campo dalla Chiesa per far fronte agli attacchi demoniaci. Anche dove meno lo si aspetta. Per esempio il cardinale Giorgio Marengo, il più giovane rappresentante del collegio cardinalizio – 49 anni – nominato prefetto apostolico di Ulan Bator, in Mongolia, ha un’altra singolarità, ossia è stato fin dal suo arrivo in quel Paese, vent’anni fa, un missionario esorcista, con una vasta esperienza sul campo. Non ci sono soltanto gli esorcismi, comunque, per combattere le multiformi attività diaboliche. Esistono anche le preghiere di liberazione, che possono essere recitate privatamente e da chiunque. Lo ricordava spesso padre Amorth e incoraggia a farlo anche papa Francesco.
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