Bocciato il mais Mon810
"No agli Ogm in Italia"
Bocciato il mais Mon810 della Monsanto. La Commissione Sementi non ha approvato il mais Mon810, per il quale era stata richiesta l'iscrizione al registro delle varietà vegetali. "L'iscrizione necessaria per avviare la coltivazione, nel nostro Paese, di una nuova varietà e il suo rifiuto si traduce, di fatto, nell'impossibilità di utilizzare tale varietà a scopo commerciale. Gli Ogm, quindi, non possono essere coltivati nel nostro Paese, nonostante uno sparuto gruppo di imprenditori agricoli, rappresentati dall'associazione Futuragra, stia paventando da alcuni anni l'ipotesi di voler abbracciare il modello industriale agro-biotecnologico". E' il commento, in una nota di Verdi Ambiente e Società (Vas) alla notizia diffusa oggi. "La difesa dell'agricoltura italiana è stata portata avanti da tutte le istituzioni rappresentate all'interno della Commissione: dal Ministero dellAgricoltura, dellAmbiente e della Salute e da 6 Regioni (Lombardia, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Basilicata)" commenta con soddisfazione Vas. "Il mais in questione, - continua la nota - modificato geneticamente per autodifendersi da alcuni lepidotteri infestanti, è stato introdotto in Europa nel 1998 con la promessa di ridurre l'utilizzo di pesticidi. Da allora, si è attirato numerose critiche, per effetti indesiderati all'ambiente e alla salute, valutati da studi indipendenti (e non dall'Efsa, lAgenzia Europea che dovrebbe garantire la Sicurezza Alimentare). L'ultimo ad essersi pronunciato in modo negativo sull'uso del Mon810 è stato, nel gennaio 2010, l'Alto Consiglio delle Biotecnologie francese, organo consultivo che ha chiesto maggiori studi sull'impatto ambientale, sconsigliando il rinnovo dell'autorizzazione. Inoltre, ben 6 Paesi si sono appellati alla clausola di salvaguardia per impedirne l'uso sul proprio territorio (Austria, Ungheria, Francia, Grecia, Lussemburgo e Germania). Oggi anche dall'Italia è arrivato un chiaro e inequivocabile messaggio, che sottende la scelta di un modello di sviluppo sostenibile e, quindi, sicuramente Ogm-free".