Ghedi e Aviano, nelle basi aeree suona la sirena dell'allarme nucleare
Mentre il mondo segue con sgomento cosa sta succedendo a Gaza e la guerra tra Israele e Hamas, la Nato è costretta contemporaneamente a monitorare con allarme crescente l'intesa tra Russia e Cina, la vera è più pressante minaccia all'ordine mondiale.
Per questo, scrive Repubblica, è suonata la sirena anche agli aeroporti di Ghedi e Aviano, tra Lombardia e Friuli Venezia Giulia. "Non è il normale allarme: è scattata l'emergenza nucleare - scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari -. Squadre speciali prendono posizione intorno agli hangar corazzati, si schierano strumenti per impedire l'arrivo di droni e si proteggono i computer da incursioni cyber".
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Non siamo in film bellici-apocalittici come Alba Rossa o The Day After, due cult nel pieno della paranoia da Guerra Fredda degli anni 80. Si tratta si una esercitazione pratica, un test per vedere come reagirebbe in situazione di effettiva emergenza la catena di comando. "Sotto le ali dei caccia Tornado italiani e F-16 americani vengono caricate bombe atomiche tattiche B61A", si legge, "tutto avviene come se si dovesse affrontare l'ora più cupa. Persino i grandi B-52 che interverranno con un volo no-stop dagli Usa alla Penisola".
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Nei cieli di Tirreno e Adriatico, sopra le nostre teste, la Nato sta svolgendo le sue grandi manovre atomiche, perché non c'è dubbio che il Mediterraneo rischierebbe di diventare nel contesto geopolitico internazionale il nuovo "cuore" di un conflitto globale, con l'Italia primo fronte di guerra. Le porte d'Europa, con l'Ucraina e il Medio Oriente in fiamme, saremmo noi. E l'Europa rappresenta l'avanguardia dell'Alleanza atlantica.
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"Vogliamo ridurre ogni possibilità di equivoco. Non ci esercitiamo in uno scenario contro la Russia, ma ci addestriamo in modo realistico - spiega Jessica Cox, responsabile della politica atomica della Nato -. Quest'anno voliamo sopra il Mediterraneo: fa parte dell'approccio a 360 gradi alla deterrenza ma è stato pianificato un anno fa". Sono 130 gli aerei schierati nei nostri cieli dalla Nato, pronti a far fronte a un quadro che dal 2014, con l'invasione in Crimea, ha fatto della Russia il nuovo-vecchio spauracchio, con la sua rinnovata capacità nucleare.
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Lo scorso mese sulla Nato Review un saggio invitava l'Alleanza a rafforzare l'arsenale nucleare in Europa, dotando il continente di missili cruise. "Oggi abbiamo davanti molte più minacce - è il commento della Cox a Repubblica -. La Russia sta aumentando le sue capacità, persino nel mezzo di questo conflitto sta continuando a sviluppando nuove armi: ha appena realizzato un test del suo nuovo missile a propulsione nucleare e sta schierando il Sarmat. Stiamo anche assistendo alla crescita senza precedenti dell'arsenale atomico cinese, per non parlare della Nord Corea e dei timori sul programma iraniano. Insomma, il mondo nucleare è preoccupante e le sfide sono in crescita".